Sono almeno 6 i soldati turchi rimasti uccisi nell’attacco sferrato dall’artiglieria siriana nella provincia di Idlib. La risposta della Turchia non si è fatta attendere. Secondo quanto riportato dallo stesso Presidente turco Recep Tayyip Erdogan sarebbero infatti più di trenta le vittime tra le forze di Damasco.
Erdogan: «Il bersaglio non è la Russia ma il regime siriano»
La tensione nell’area dunque, torna ad essere molto alta. Stando a quanto riferito ai giornalisti da Erdogan, sono «46 gli obiettivi siriani attaccati da 122 colpi di artiglieria e 100 di mortaio». Le forze di terra di Ankara stanno continuando le operazioni e sono entrate in azione anche quelle di aviazione.
«Chi mette alla prova la solidità della nostrà risolutezza, capirà il proprio errore» le parole di Erdogan che ha poi chiesto alla Russia di non opporsi alla rappresaglia militare turca in Siria: «Voglio dire alle autorità russe che il nostro bersaglio non siete voi, ma il regime siriano. Abbiamo risposto a tono agli attacchi e continueremo a farli, siamo determinati a portare avanti le nostre operazioni per la sicurezza del nostro paese, del nostro popolo e dei nostri fratelli a Idlib».
«Pronta la reazione dal Cremlino. In un comunicato ripreso dalla Tass, l’agenzia di stampa ufficiale Russa, il Ministero della Difesa ha specificato come «i militari turchi sono finiti sotto il fuoco delle truppe siriane perché non hanno avvertito la Russia dei loro movimenti nella regione di Idlib».
La situazione a Idlib
Le continue tensioni a Idlib sono il frutto delle profonde ambiguità trascinatesi dalla lunga e lacerante guerra civile in Siria. Nel 2017, dopo gli accordi presi tra Russia, Turchia e Iran, i principali attori nella vicenda siriana, sono state create quattro diverse zone di de-escalation.
Tre di queste, un anno più tardi, sono passate sotto il controllo diretto di Damasco. Quella situata invece in corrispondenza della provincia di Idlib, capoluogo del Governatorato autonomo nel nord-ovest siriano, rimane al di fuori della sorveglianza del governo di Assad. Secondo quanto riferito da una fonte militare siriana però, le truppe del regime il 28 gennaio avrebbero ripreso il controllo su Maarat al-Numan, centro strategico situato lungo l’autostrada che unisce Aleppo ad Hama.