Due segnalazioni sospette inviate dalla Banca d’Italia hanno dato vita a un’indagine nei confronti della Fondazione Change, che fa capo al governatore della Liguria, Giovanni Toti. Secondo i funzionari dell’UIF (Unità di informazione finanziaria) alcuni finanziamenti avevano le caratteristiche per diventare “segnalazioni di operazioni sospette” (Sos). Dagli accertamenti da parte della guardia di finanza emerge un ulteriore caso politico giudiziario riguardante le finalità della Fondazione, accusata di essere spesso la “cassaforte” dei partiti.
Nel mirino ci sarebbero due gruppi di finanziamenti nel 2019. Il primo sarebbe un versamento interno di diecimila euro da Change al Comitato omonimo, una sorta di ente operativo nato nel gennaio 2016, quattro mesi prima della Fondazione. Il secondo si riferirebbe a una cifra intorno ai 200 mila euro da parte di quattro società, di cui una opererebbe nel campo dei rifiuti, materia di competenza regionale.
Dalle indagini, ancora in corso, risulterebbe che una parte dei trasferimenti – circa 25 mila euro – sarebbe stata spostata dalla Fondazione Change a un conto intestato direttamente a Toti. Il governatore aveva spiegato in precedenza questo movimento: alcuni fondi erano transitati sul conto nominato a Giovanni Toti Presidente, che avrebbe soltanto finalità politiche.
Le dichiarazioni del governatore Toti
«Non abbiamo nulla da nascondere. Ogni euro versato da chi ha voluto aiutarci è stato dedicato solo e soltanto all’attività politica che stiamo facendo per dare il nostro contributo a migliorare la nostra Regione e il Paese», commenta su Facebook il presidente della Regione Liguria e leader di Cambiamo!. «Posso solo ribadire che abbiamo sempre seguito alla lettera e con rigoroso scrupolo la sostanza e la forma della legge – continua –. Ogni sostegno ricevuto è stato registrato e comunicato con assoluta trasparenza, secondo le norme vigenti, agli enti di sorveglianza e pubblicato su internet. Tutti gli amici che ci hanno aiutato nel gestire le nostre campagne elettorali o che hanno contribuito a esse lo hanno fatto senza secondi fini, non avendo ricevuto in cambio alcunché se non la soddisfazione di partecipare a una bella avventura politica».
Infine aggiunge: «Se poi, abolito giustamente il finanziamento pubblico ai partiti e alla politica, si vuole vietare totalmente che anche privati cittadini in piena trasparenza possano usare i propri denari lecitamente guadagnati per sostenere politici e movimenti in cui credono, allora lo si faccia esplicitamente. Non so come potrebbe andare avanti il nostro sistema democratico. E ben vengano tutti i controlli del mondo per chi, come noi, non ha nulla da nascondere».