Le autorità sanitarie cinesi hanno confermato un terzo decesso avvenuto il 18 gennaio causato da infezione da coronavirus (2019-nCoV) – il virus responsabile della diffusione dell’epidemia di polmonite che sta colpendo la Cina centrale -, mentre salgono a 136 i nuovi casi nella sola Wuhan. Tra i nuovi pazienti infetti a Wuhan, 66 sono maschi e 70 sono femmine, con un’età compresa tra i 25 e gli 89 anni.
Non si può certo parlare di psicosi ma i dati non sono confortanti.
L’OMS ha affermato che ci sono stati casi di infezione uomo-uomo. Fino ad ora sono stati registrati 201 casi, 9 infetti sono in condizioni critiche e il numero dei decessi è salito a tre. Nello specifico i contagi sono avvenuti in Thailandia (2 i casi), in Giappone e in Corea del Sud: tutte queste persone erano state a Wuhan. Il serbatoio del virus è stato identificato nel mercato del pesce proprio della più popolosa città della Cina orientale, successivamente chiuso il 1 gennaio.
La tipologia di Virus
Il Virus (2019-nCoV) è della stessa famiglia di quello della SARS che nel 2003 infettò più di 3000 persone e ne uccise 775, e quello dell MERS del 2015. Questo virus prende il nome dalla sua forma a corona che caratterizza la struttura della capsula virale.
Di questa famiglia di virus la più nota, come ricordano gli infettivologi della Simit, è quella infettiva della SARS. Il mondo conosce bene questo visus: la prima volta è stato rilevato in Cina nel 2002, causando un primo ceppo epidemico responsabile di 8098 casi infetti e 774 decessi. Fra i casi più eclatanti ricordiamo il medico italiano Carlo Urbani, il primo a segnalare e classificare la malattia. La prima trasmissione del virus all’uomo è avvenuta attraverso il contatto con gli animali. Il diffusore del virus è stato un pipistrello asiatico, Rhinolophus ferrumequinum, che vive in un’aerea compresa fra l’estremo oriente, l’Europa meridionale e il Nord Africa.
I sintomi
È stato rilevato che i pazienti che sono stati contagiati dal virus (2019-nCoV) hanno riportato sintomi come febbre alta tosse, fastidio al torace o dispnea, e lesioni polmonari. Il virus, inoltre, può scatenare sindromi polmonari fatali.
Intensificato il monitoraggio nei principali aereoporti asiatici
Con l’avvicinarsi del 25 gennaio, data in cui si celebrerà il capodanno cinese, aumenta la preoccupazione tra le autorità sanitarie mondiali. Si teme che l’epidemia possa espandersi rapidamente, dal momento che molti cinesi si metteranno in viaggio per questa festività. Nei principali aeroporti i passeggeri vengono già sottoposti a controlli con l’uso di scanner che analizzano la temperatura corporea. Tutti i sospetti vengono costretti a ulteriori verifiche per evitare la diffusione del contagio. Anche gli Stati Uniti hanno annunciato che effettueranno esami clinici sui passeggeri provenienti dalla Cina negli aeroporti di San Francisco, Los Angeles e New York.
L’Europa e il possibile contagio
Fa paura anche alle autorità sanitarie europee il virus che sembra avere tratti comuni con la SARS. Molto poco si conosce di questo nuovo virus. Attualmente non sono stati accertati casi in Europa. In Italia, all’aeroporto di Fiumicino, è entrata in vigore una procedura sanitaria per verificare l’eventuale presenza a bordo, di aerei provenienti da Wuhan, di casi sospetti sintomatici e il loro eventuale trasferimento in biocontenimento all’Istituto Spallanzani di Roma.