Instagram sta rimuovendo tutti i post che supportano il comandante iraniano Quassem Soleimani, ucciso su ordine del presidente americano Donald Trump. La decisione è dovuta alla scelta del social network di Mark Zuckenberg di conformarsi alle sanzioni americane. Le imposizioni della Casa Bianca sull’Iran stanno colpendo le piattaforme online da diverso tempo. Già nel 2018, Slack ha disattivato tutti gli account legati all’Iran, mentre nel 2017 Apple ha ritirato dal web store diverse app iraniane molto popolari. Insieme a Instagram anche GoFundMe è stato costretto a rimuovere diversi post che provenivano dall’Iran, anche se erano contenuti caricati da attivisti contro il regime degli ayatollah o raccolte fondi da destinare alle famiglie delle vittime dell’aereo ucraino che sarebbe stato abbattuto dai missili iraniani.
La scelta di Instagram e delle altre piattaforme è legata alla decisione del governo americano di definire l’Islamic Revolutionary Guard Corps, di cui Soleimani era comandante, un’organizzazione terroristica straniera.
«Operiamo in base alle leggi statunitensi sulle sanzioni, comprese quelle relative alla designazione dell’IRGC da parte del governo americano e alla sua leadership», ha scritto un portavoce di Facebook in una nota. Una volta ricevuta la notizia, il governo iraniano ha deciso di intentare un’azione legale a livello nazionale. Secondo quanto riferito da alcuni media statali iraniani, è stato creato un portale su un sito web del governo per consentire agli utenti di inviare esempi di post rimossi. Il calciatore iraniano Alireza Jahanbakhsh ha dichiarato che Instagram avrebbe rimosso una foto di Soleimani pubblicata sul suo profilo.
La definizione data dal governo americano all’organizzazione di Soleimani, ha costretto Facebook a rimuovere non solo gli account gestiti per conto di persone e organizzazioni sanzionate, ma anche i post che lodano le azioni delle parti sanzionate. La società ha comunicato che gli utenti potranno comunque contattare la piattaforma se credono che i loro post siano stati rimossi per errore. Di recente la CNN ha contattato anche Twitter e Google per chiedere come gestiscono i contenuti relativi alle persone sanzionate dal governo degli Stati Uniti, ma entrambe le compagnie non hanno rilasciato nessun commento a riguardo.