Record di residenti a Milano nel 2019. I dati riportano 1.404.239 in più nel capoluogo lombardo. Si tratta di un dato storico. Secondo i numeri riportati dall’Anagrafe di Palazzo Marino, bisogna ritornare indietro sino al 1990 per trovare un dato così rilevante. Sono 40mila i nuovi milanesi, ai quali si aggiungono altri 10mila che hanno fatto richiesta di residenza, ma che ancora devono essere iscritti nei registri. Si tratta di italiani che si spostano verso Milano per studiare o per lavorare.
I nuovi milanesi
I nuovi milanesi giungono soprattutto da Roma. Sono 1.898 coloro che dalla capitale si sono spostati a Milano nel 2019. Al secondo posto si classifica Monza, da cui sono partiti in 1.465. Dal capoluogo campano, invece, sono partite 1.442 persone. Sono 965 quelli che invece sono partiti da Pavia. Si tratta quindi di un flusso che coinvolge non soltanto il Sud, ma anche il Nord. Milano è diventata una delle città europee più attrattive per giovani studenti e lavoratori in cerca di un luogo in grado di offrire una migliore qualità di vita.
Ma i nuovi milanesi non sono solo italiani. Sono 12mila, infatti, gli arrivi previsti dall’estero, molti dei quali soprattutto dall’Inghilterra. «Stanno arrivando tante persone da Londra, tanti italiani di ritorno ma non solo», aveva dichiarato il sindaco di Milano Giuseppe Sala, prima di Natale, riflettendo sulle ripercussioni che avrà la Brexit sulla città.
Milano, città di opportunità
A spingere studenti e lavoratori a trasferirsi in massa a Milano sono le numerose opportunità che questa città offre. Chi giunge in questa città «trova opportunità di lavoro e di servizi, spunti culturali e artistici che, altrove, è difficile trovare», racconta l’assessora all’Anagrafe Roberta Cocco. «Anche per far fronte a questa crescita, vogliamo rendere accessibili e smart i nostri servizi. Abbiamo avviato, ad esempio, il servizio online che consente, dal sito del Comune, di richiedere il cambio di residenza, da settembre abbiamo già ricevuto novemila richieste online. Mentre da aprile 2017 a oggi abbiamo registrato 900 mila visite al fascicolo del cittadino, che consente a chi è residente ed è registrato di controllare i tributi pagati, scaricare certificati, iscrivere i figli alle scuole pubbliche. E abbiamo allo studio un’app, che partirà nei prossimi mesi, con lo scopo di permettere a tutti di accedere ai servizi comunali tramite un tablet o uno smartphone».
Il capoluogo lombardo sembra essere, quindi, sempre più vicino alle grandi capitali europee e sempre più distante dalle città italiane. «Con una grande differenza, però, rispetto a Parigi o Berlino, che alle spalle hanno Paesi che sono dinamici come Francia o Germania», spiega Alessandro Rosina, docente di Demografia e statistica sociale alla Cattolica. «Questo a Milano non c’è, ed è come se l’Italia e la città siano su due percorsi separati. Il che rischia, a lungo andare, di far implodere la bolla di sviluppo della città. Soprattutto se, a questo sviluppo, non si accompagna una crescita ‘endogena’».
Record negativo di nascite
A questo record se ne aggiunge un altro negativo. Secondi i dati dell’Anagrafe di Palazzo Marino si è registrato un calo dei neonati a Milano. Il dato negativo non riguarda solo le donne italiane, ma anche quelle straniere. La contrazione del tasso di fertilità è riconducibile soprattutto a problemi di natura economica: mercato del lavoro fermo e costo della vita molto alto. Il Comune di Milano sta cercando di trovare delle soluzioni a questo problema, lavorando soprattutto sui prezzi degli affitti. Già negli anni scorsi era stato varato il “pacco dono” per i neonati con pannolini, creme e salviette.