Benedetto XVI dice no ai sacerdoti sposati.
Il Papa emerito rompe il silenzio ed interviene sul tema del celibato attraverso un libro dal titolo “Dal profondo del nostro cuore”, scritto a quattro mani con il cardinale Roberto Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, che uscirà il 15 gennaio in Francia e del quale Le Figaro ha pubblicato delle anticipazioni.
L’altolà di Ratzinger arriva proprio mentre Papa Francesco, nel corso di una cerimonia battesimale nella Cappella Sistina, sdoganava l’allattamento in Chiesa, mostrando l’ennesimo slancio “progressista” di un Vaticano propenso alla riforma.
«Non possiamo tacere», tuona Benedetto, citando una nota frase di Sant’Agostino. «Io credo che il celibato dei sacerdoti abbia un grande significato ed è indispensabile perché il nostro cammino verso Dio possa restare il fondamento della nostra vita».
IL SINODO SULL’ AMAZZONIA
Il monito del Papa fa riferimento a quanto emerso dalla riunione mondiale dei vescovi – il cosiddetto Sinodo sull’Amazzonia – dello scorso ottobre, che ha avuto tra i temi centrali di discussione proprio la possibilità di ordinare come sacerdoti persone sposate.
In quell’ occasione i vescovi, con 128 placet contro 41, avevano deciso di concedere ai diaconi permanenti (uomini sposati che hanno ricevuto il primo grado dell’ordine sacro) la possibilità di essere ordinati sacerdoti. Opzione entrata poi nel documento finale, sulla quale nei prossimi mesi Papa Francesco dovrà pronunciarsi. Ecco dunque che il monito del pontefice dimissionario sembra evidenziare la volontà di fare in modo che Bergoglio non ratifichi la decisione dei vescovi.
RIFORMISTI E CONSERVATORI
Frenando su qualunque tipo di riforma della Chiesa Cattolica, Benedetto XVI spiega che «dalla celebrazione quotidiana dell’eucaristia, che implica un servizio permanente a Dio, nacque spontaneamente l’impossibilità di un legame matrimoniale. Si può dire che l’astinenza sessuale, che era funzionale, si è trasformata in una astinenza ontologica». Il Papa emerito rimarca dunque che non è «possibile realizzare simultaneamente le due vocazioni», quella sacerdotale e quella matrimoniale, e occorre dunque «rinunciare a tutti i compromessi».
Benedetto XVI ricorda poi che la Chiesa «ha sempre considerato il matrimonio come un dono concesso da Dio dal Paradiso terrestre. Tuttavia, lo stato civile riguarda l’uomo nel suo insieme e poiché il servizio del Signore richiede anche il dono totale dell’uomo, non sembra possibile raggiungere entrambe le vocazioni contemporaneamente. Pertanto, la capacità di rinunciare al matrimonio per rendersi completamente disponibile al Signore è diventata un criterio per il ministero sacerdotale».
La questione è complicata e il dibattito aperto. Adesso si tratta di aspettare la risposta di Bergoglio.