Il Pirellone non si illuminerà con i colori dell’arcobaleno per il Gay Pride di Milano del 2020. Il prossimo giugno sulla facciata del Palazzo della Regione Lombardia non apparirà nessuna scritta a sostegno della manifestazione. La decisione è stata presa questa mattina dal Consiglio regionale della Lombardia, che ha bocciato a maggioranza un ordine del giorno presentato dal Movimento 5 Stelle. Nel testo, i pentastellati chiedevano l’impegno della regione a favore dei diritti di tutti, attraverso la scritta su uno dei palazzi simbolo di Milano.
Oltre al consiglio regionale, anche i gruppi di centrodestra hanno bocciato la proposta. “Siamo per la difesa di tutti, ma il Gay Pride è una baracconata che non rappresenta nemmeno tutti gli omosessuali”. Queste le parole del consigliere della Lega Massimo Bastoni, nel suo intervento durante il voto in aula. Insieme alla Lega, anche Forza Italia e Fratelli di Italia si sono opposti.
Favorevoli invece, con il Movimento 5 Stelle, il Partito Democratico e gli altri gruppi dell’opposizione. Il capogruppo dei 5 Stelle, Marco Fumagalli, ha sottolineato come l’idea fosse nata dalla voglia di sostenere un evento di democrazia e civiltà, che Milano porta avanti dal 2001. Il capoluogo lombardo è stato il primo in tutta Italia ad avere un quartiere per la comunità Lesbica, Gay, Bisessuale e Transgender (LGBT), ed è candidato per il prossimo Gay Pride ad essere anche il più friendly. Fumagalli ha poi definito “razzista” lo schieramento della maggioranza di centrodestra del Consiglio Regionale.
Il Pirellone è di tutti i cittadini e accoglie solo illuminazioni che rappresentano la loro sensibilità. E’ il caso, ad esempio, delle scritte apparse per la giornata contro la violenza sulle donne, oppure di quelle in occasione della giornata mondiale contro l’AIDS. Il presidente del Consiglio Regionale della Lombardia, Alessandro Fermi, ha ribadito di non aver mai dato il permesso ad illuminazioni che fossero di parte.