«Non sapevo di avere 70 mila euro nello zaino ed ero davanti a quel pub con Luca come mille altre volte era capitato. Io e Luca siamo assolutamente estranei alla vicenda». Queste le parole pronunciate il 4 dicembre 2019 da Anastasiya Kylemnyk, fidanzata di Luca Sacchi, durante l’interrogatorio di garanzia.
Per circa trenta minuti la 25enne ucraina ha risposto alle domande del gip di Roma, Costantino De Robbio. Presenti all’interrogatorio anche l’avvocato di Anastasiya, Giuseppe Cincioni, e il pm Nadia Plastina.
Per la giovane era già scattata la misura cautelare dell’obbligo di firma nell’ambito dell’indagine sulla morte del suo ragazzo, ucciso con un colpo di pistola alla testa davanti al pub John Cabot a Roma. I magistrati le contestano il tentativo di acquisto di un ingente quantitativo di droga per il valore di 70mila euro, insieme a Giovanni Princi, già finito in carcere.
I pm hanno scritto che è «recente il suo inserimento nel mondo dei traffici criminosi come corriere». Sono stati sollevati alcuni dubbi anche sull’atteggiamento della ragazza nei giorni successivi all’omicidio del fidanzato. Per i magistrati «è sorprendente la chiusura ad ogni collaborazione con gli organi investigativi per assicurare alla giustizia gli autori del delitto del fidanzato» ed è «chiara, predominante, la volontà di preservare le relazioni criminali acquisite nel mondo della droga con il quale non intende recidere i legami».
Anastasiya è uscita nella mattinata del 4 dicembre da piazzale Clodio poco dopo le 11.30 con indosso un berretto e occhiali da sole, forse per proteggersi dalle tante telecamere presenti.
«Il comportamento di Anastasiya durante l’interrogatorio ha dato atto della sua estraneità sull’ipotizzato traffico di stupefacenti» ha detto legale della ragazza, che ha poi aggiunto: «Giovanni Princi era un grandissimo amico di Luca».
Proprio ieri ha avuto luogo anche l’interrogatorio dei quattro ragazzi arrestati: Giovanni Princi, Marcello De Propris, Valerio Del Grosso e Paolo Pirino che davanti al gip si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere.
Solo Del Grosso, nell’atto istruttorio, ha rilasciato una breve dichiarazione spontanea, ribadendo che «non voleva uccidere nessuno» e che quella sera «era la prima volta che prendeva un’arma in mano».