Il sindaco di Milano Giuseppe Sala apre alla memoria di Bettino Craxi e quindi alla faglia che spacca in due la città. Il ventennale della scomparsa del segretario del Partito socialista è per il sindaco «il momento per affrontare la questione». È stata tuttavia esclusa l’ipotesi dell’intitolazione di una strada, che «rischierebbe di riproporre vecchie contrapposizioni».
«Serve riflessione», chiosa il primo cittadino, quindi l’appuntamento è in Consiglio comunale, «per capire la città che tipo di idee ha» e discutere i modi e le forme della commemorazione.
GLI SCHIERAMENTI
Il riproporsi del tabù sulla memoria del leader socialista ha incontrato una generale apertura al dialogo, sebbene le sfumature siano state trasversali agli schemi. Se il capogruppo Pd Filippo Barberis ha invitato a non ricondurre la vicenda politica di Craxi alla sua conclusione giudiziaria, sempre a sinistra Basilio Rizzo ha evidenziato come, nella storia di Milano, «forse il leader socialista richiami più una vicenda negativa come quella di Tangentopoli». Per Rizzo è un ossimoro la coesistenza, nello stesso anno, dell’Ambrogino a Francesco Saverio Borrelli e le celebrazioni dello storico esponente socialista.
A destra, l’azzurra Stefania Craxi ha raccolto l’invito e rilanciato, riproponendo le istanze della battaglia già ingaggiata in passato per chiedere l’intitolazione al padre di una piazza o un giardino. En passant, ha sottolineato tra le righe come, al netto dei numerosi inviti, Sala non abbia mai partecipato alle iniziative della Fondazione.
I PRECEDENTI
Non è la prima volta che Milano prova a fare i conti con l’eredità di Bettino Craxi. Già nel 2010 Letizia Moratti aveva provato a intitolargli i giardini di via Dezza, non lontano dall’attico di via Foppa, residenza del segretario socialista. La polemica in Consiglio comunale e una rimostranza degli abitanti del quartiere, tuttavia, stemperarono la proposta in un nulla di fatto. Giuliano Pisapia, nel 2012 e dall’altro lato della barricata, ha rilanciato intitolando una piazza tra via Savona e via Tolstoj all’avversario di Craxi negli anni Ottanta, Enrico Berlinguer. Quindi il primo tentativo di Sala nel 2017, anche in quel caso in occasione dell’anniversario della scomparsa.
L’ULTIMO TENTATIVO
Questa volta, tuttavia, i margini della proposta sembrerebbero più concreti e il clima più conciliante. Lo scoccare del ventennio ha solleticato corde nuove, come ha sottolineato Sala in un post su Facebook: «Le ricorrenze hanno anche un valore simbolico […] Non fermiamoci ai sì e ai no, si abbia l’ambizione di riflettere su questo».
«Io sono milanese. Nato a Milano, cresciuto a Milano, nelle vie di Milano. Sono un lombardo che conosce bene la Lombardia, ne parlo il dialetto, ne conosco la storia». Queste parole sono state pronunciate da Craxi in un’intervista rilasciata in quel fatidico 1992, due anni prima di Hammamet: ancora una volta, allo stesso tavolo, siederanno coloro che rispettivamente ritengono quel viaggio un esilio o una latitanza.