A un anno dalla scomparsa del celebre regista Bernardo Bertolucci, Sky Art ha trasmesso in prima serata il documentario Bernardo Bertolucci: no end travelling di Mario Sesti.
«Ti regalo l’inizio del cinema». Disse Bernardo Bertolucci a Sesti nel 2016, in occasione della Festa del Cinema di Roma, quando, partecipando ad un incontro con il pubblico, decise di regalargli una sequenza inedita del film Novecento. L’inquadratura rappresenta un treno in corsa che, metafora del secolo e del cinema, viaggia verso di noi.
Mario Sesti, giornalista e critico cinematografico, riveste ora il ruolo di regista e pone davanti alla telecamera quello che è forse il testamento più intimo di Bertolucci. I due avevano già avuto modo di incontrarsi più volte e questo ha posto sicuramente la base per la realizzazione di una chiacchierata amichevole tra sorrisi battute e, ovviamente, qualche sigaretta.
Il documentario passa in rassegna i momenti salienti della vita pubblica e privata di Bertolucci riportando pensieri, frame e immagini. Numerose le riflessioni e i racconti: dalla Nouvelle Vague all’incontro con Francis Ford Coppola a casa Zeffirelli, o all’amicizia con Billy Wilder e Pasolini. Il regista, facendo un’autoanalisi, mostra nello sguardo quel bagliore di curiosità e vita che permette ai suoi occhi, incastonati in un corpo malato, di brillare ancora.
L’unicità del documentario è emersa fin da subito quando è stato presentato in occasione della 72esimo Festival di Cannes nella sezione Cannes Classics. Sesti ha detto che: «l’intento del mio lavoro non è mai stato quello di spiegare o illuminare, ma di lasciare una testimonianza rivelando che cosa fosse il cinema per il regista: la chiave per aprire la porta della realtà».
