Contraffazione, il 30% degli italiani acquista falso

Contraffazione

Illegalità, contraffazione e abusivismo colpiscono quasi 1 consumatore su 3, danneggiano 2 imprese su 3 e mettono a rischio 197mila posti di lavoro.

Sono i numeri allarmanti che emergono dall’indagine Confcommercio, presentata oggi nell’ambito della Giornata “Legalità ci piace”. In Italia la contraffazione è in continua crescita: nel 2019 le perdite in termini di fatturato ammontano a 30 miliardi di euro, pari al 6,4% del fatturato complessivo.

Analizzando i dati nel dettaglio emerge che i prodotti tarocchi più acquistati sono i capi di abbigliamento (+9,4% sul 2016), i prodotti farmaceutici (+2,8), i prodotti di intrattenimento (+1,5), la pelletteria (+0,4) e i giocattoli (+0,3). In crescita anche l’utilizzo del web, dove passa gran parte dell’ intrattenimento (89% della musica, film, abbonamenti tv) e quasi la metà dei servizi turistici (alloggio, ristorazione, trasporti) illegali.

Secondo la fotografia scattata dall’indagine, l’identikit del “consumatore illegale” ha dai 25 anni in su, risiede principalmente al Sud, ha un livello d’istruzione medio basso, è impiegato, pensionato o operaio.

Nonostante circa il 90% dei consumatori sia consapevole dei rischi legati all’acquisto illegale e degli effetti negativi di questo fenomeno, quest’ultimo è ritenuto “normale” (73%) e giustificato da motivazioni di natura economica (82%).

«Contraffazione e abusivismo sono due piaghe che certo penalizzano in particolare i nostri settori, ma che indeboliscono tutta la filiera del made in Italy e la salute del sistema paese sovvenzionando le catene della criminalità organizzata»  , ha detto il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, mentre per il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese  «la sottrazione di risorse dell’economia illegale non soltanto produce perdite negative in termini economici, ma anche sociali» .

 

 

 

 

Benedetta Piscitelli

Mi interessano le persone, le loro storie, l’attualità raccontare fatti per creare opinioni. Dubito spesso e non mi accontento mai della prima versione dei fatti: per molti è un difetto, io provo a farne una professione. Vivo on-line frequentando gli ambienti social ma preferisco il giornalismo retrò, quello attivo tra la gente. Laureata in Scienze della Comunicazione, sono diventata giornalista pubblicista a Napoli, dove ho fatto la vera gavetta nell’emittente regionale Canale21. Qui ho imparato prima a chiudere un servizio, poi a fare collegamenti in diretta e infine a condurre il telegiornale. Dal 2018 collaboro con l’edizione casertana de Il Mattino. Attualmente sono praticante presso la Scuola di giornalismo IULM di Milano.

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