Rubava le informazioni di migliaia di cittadini e le rivendeva al prezzo di 1 euro “a dato”. L’hacker, 66 anni e originario del torinese, è stato arrestato dalla polizia postale su provvedimento del Gip di Roma.
Il sospettato è riuscito ad accedere agli archivi informatici della Pubblica amministrazione, rubando posizioni anagrafiche, contributive, di previdenza sociale e dati amministrativi sia di persone che di aziende italiane. Le banche dati maggiormente colpite sono Agenzie delle Entrate, Inps, Aci e Infocamere.
Secondo la polizia postale l’hacker ha «un know how informatico di altissimo livello e numerosi precedenti penali». Tramite la pratica del phishing, cioè l’invio di e-mail apparentemente provenienti da istituzioni pubbliche ma contenenti virus, il sospettato riusciva ad assumere il controllo del computer dei dipendenti delle Amministrazioni. Una volta infettata una vasta rete di pc, le informazioni venivano saccheggiate e inviate su una serie di server all’estero, principalmente in Canada, Russia, Ucraina ed Estonia. Questi server venivano utilizzati dal sospettato per accedere alle banche dati ed eseguire la profilazione di imprese e privati.
Nel corso degli anni il soggetto è riuscito a costruire un vero e proprio mercato di informazioni, chiamato “People1”. Le agenzie interessate, pagando un canone, potevano istallare con una semplice chiavetta usb il software che permetteva di connettersi alle banche dati istituzionali. Ogni informazione hackerata costava 1 euro, ma esisteva la possibilità di acquistare dei “pacchetti di dati sensibili”.
Denunciati a piede libero anche sei complici dell’arrestato, tutti impiegati all’interno di note agenzie investigative e di recupero crediti.