Si fingevano Carabinieri per truffare gli anziani. Sono cinque le persone arrestate nell’operazione Condor2, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffa aggravata in danno di persone di terza età. I fermi sono stati disposti dal gip del Tribunale di Milano su richiesta della Procura della Repubblica tra le province di Milano, Parma e Salerno.
Secondo le indagini la banda era suddivisa in ruoli precisi. Il capo dell’organizzazione reclutava i telefonisti, i quali contattavano telefonicamente le vittime – fingendosi avvocati o funzionari appartenenti alle forze dell’ordine –, riferendo che un parente stretto si trovava in stato di fermo in quanto coinvolto in un sinistro stradale. Successivamente, arrivava la richiesta di pagamento di una somma di denaro in contanti o la consegna dei gioielli per la liberazione.
Una volta trovato l’accordo entravano in scena i cosiddetti operativi, due persone che si recavano presso le abitazioni delle vittime e che si presentavano come incaricati dal legale di prelevare la cifra pattuita. I preziosi, infine, venivano inviati ogni settimana a Napoli per essere monetizzati.
L’indagine che ha portato a questi cinque arresti rientra nella più ampia operazione Condor, che lo scorso 8 novembre portò a 51 misure cautelari emesse dal gip di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Tra questi fermi, 14 dovrebbero prevedere l’aggravante del 416 bis, l’associazione di stampo mafioso, per aver favorito il clan camorristico Contini. La DDA aveva infatti scoperto un giro importante di truffe ai danni di persone anziane, i cui proventi finivano nelle casse della famiglia, che da anni controlla il quartiere di San Carlo all’Arena di Napoli, per finanziare le sue attività illecite.
Dei cinque arrestati nell’operazione Condor 2, uno era libero, due si trovavano in carcere a Parma e Eboli, uno era sorvegliato speciale con obbligo di firma e uno era affidato in prova ai servizi sociali. Insieme avrebbero commesso almeno 23 episodi di truffa per una somma totale approssimativa di 260mila euro.