Il ricordo dellʼunico sopravvissuto allo schianto dellʼ8 ottobre 2001: “Quellʼinferno si poteva evitare e per noi vittime nessuno ha pagato”
Milano, aeroporto di Linate, sono le 08:10 del mattino di una giornata densa di nebbia. Un volo della Scandinavian è lanciato a 270 chilometri orari e si appresta al decollo. All’improvviso, l’inferno. L’MD-87 centra in pieno un piccolo aereo da turismo che aveva invaso la pista, schiantandosi poi contro il toboga dello smistamento bagagli e prendendo fuoco. E’ una strage.
Muoiono tutti i passeggeri e i membri dell’equipaggio e anche quattro addetti ai bagagli che si trovavano nell’edificio. C’è un unico sopravvissuto, il quinto operaio, Pasquale Padovano. Si trasforma in una torcia umana ma miracolosamente si salva. Oggi Pasquale ha 66 anni, ha subito oltre cento interventi chirurgici e porterà addosso per sempre addosso i segni indelebili di quella tragedia.
Un giornale svedese gli ha dedicato la copertina e un’intera pagina, perché la sua testimonianza e l’immagine del suo corpo martoriato diventino il simbolo di uno degli incidenti aerei più gravi mai accaduti. “Anche se sono ancora vivo – denuncia il sopravvissuto di Linate – mi considero la 119ma vittima di una tragedia che si poteva evitare. E per la quale nessuno ha pagato”.