Nuovi coni d’ombra sull’Ucrainagate. L’avvocato personale di Donald Trump ed ex sindaco di New York, Rudolph Giuliani, è indagato dalla giustizia federale per possibili violazioni delle regole nell’ambito di alcune operazioni finanziarie. Giuliani potrebbe aver commesso azioni illegali di lobby all’estero e infranto alcune norme su finanziamenti elettorali.
Lo rende noto Bloomberg, citando tre funzionari dell’amminastrazione degli Stati Uniti. Uno di loro, interpellato, ha rivelato di sostenere le accuse anche per corruzione di funzionari stranieri e cospirazione. Secondo quanto riportato dall’agenzia statunitense, sarebbe l’ufficio del procuratore federale di Manhattan a indagare su Giuliani, proprio l’ente che lui stesso guidò prima di venire eletto sindaco di New York.
Al centro delle indagini le attività dell’avvocato personale di Donald Trump in Ucraina. Giuliani rappresenta una figura chiave nell’inchiesta per l’impeachment e nell’Ucrainagate. Di fatto, alcune settimane fa, gli inquirenti avevano accusato due soci di Giuliani per aver fatto confluire illegalmente centinaia di migliaia di dollari a funzionari statunitesi e a comitati politici sostenitori di Trump. I due, Lev Parnas e Igor Frumar, lavoratori dell’azienda Global Energy Producers Llc, avrebbero aiutato Giuliani a cercare prove contro Joe Biden, candidato alle primarie Democratiche per le presidenziali statunitensi, e suo figlio Hunter, dirigente di un’azienda del gas ucraiana coinvolta in un caso di corruzione.
Intanto, i legali di Trump hanno presentato ricorso con l’intento di mantenere segrete le dichiarazioni dei redditi del Presidente degli Stati Uniti. Da quando si è candidato alla Casa Bianca, Trump non ha mai voluto rendere pubbliche quelle carte. Eppure, tre giudici della Corte federale di Manhattan, avevano ordinato agli studi commercialisti del Capo della Casa Bianca di consegnare tutte le sue dichiarazioni fiscali – sia personali che quelle dell’azienda di famiglia – risalenti agli ultimi otto anni. Per la prima volta l’Alta Corte dovrà decidere se concedere al Presidente l’immunità sulla presentazione delle sue dichiarazioni fiscali, nonostante Trump sia già a rischio impeachment. Entro un mese, la Corte Suprema dovrà quindi comunicare se accettare o rifiutare il ricorso.