Amanda Knox è appena atterrata all’aeroporto di Linate. Dopo nove anni torna in Italia, accompagnata dalla madre Edda Mellas e dal fidanzato Cristopher, per partecipare alla tavola rotonda Il processo mediatico a Modena, raccontando quello che è diventato il caso giudiziario internazionale più seguito degli ultimi anni. Era infatti l’ottobre 2011 quando è stata assolta dalla Corte d’assise d’appello di Perugia dall’accusa di avere partecipato all’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, sua coinquilina.
La ragazza fu uccisa il primo novembre 2007 nella sua casa in via della Pergola. L’unico condannato a 16 anni di carcere per omicidio è stato Rudy Guede. Amanda Knox e l’allora fidanzato Raffaele Sollecito dopo l’arresto e la condanna in primo grado nel 2007, furono assolti nel 2011. Amanda tornò negli Usa con la famiglia, ma la Cassazione annullò l’assoluzione con un nuovo processo di secondo grado terminato con la condanna. Nel 2015 arriva dalla Corte di Cassazione l’assoluzione definitiva per i due fidanzatini “per non aver commesso il fatto”.
I'm returning to Italy as a free woman. Meanwhile, another innocent person is still in prison. Check out Ep 3 of #thetruthabouttruecrime to hear directly from Jens Soering.@manunderbridge@sundance_now @MalkaMediahttps://t.co/foN7AJwHm2 pic.twitter.com/vzMPB6dRnI
— Amanda Knox (@amandaknox) June 12, 2019
«Torno da donna libera» ha cinguettato su Twitter, ma in molti pensano che la sua partecipazione al Festival della Giustizia penale, organizzato a Modena dal 13 al 15 giugno, risulti sconveniente. «Una decisione inopportuna – ha fatto sapere Francesco Maresca, avvocato difensore di Meredith Kercher -Amanda Knox dovrebbe tenersi stretta la sentenza di assoluzione senza tentare di trovare consensi”. Immediata la risposta del presidente della Camera penale di Modena, l’avvocato Guido Sola: «Abbiamo deciso di invitarla perché il festival ha come tema centrale il populismo giudiziario, declinato nei filoni dell’errore e del processo mass-mediatico. Amanda Knox in questo senso è un’icona del processo mass-mediatico, perché il suo processo è stato celebrato prima in tv e sui giornali che in un’aula di giustizia, quando invece è il processo penale a stabilire se una persona è colpevole o innocente».
Altri hanno ritenuto che dietro il suo ritorno si celassero motivazioni di tipo economico. Un modo per riassestarsi dopo un processo costosissimo e lunghissimo. Non sarebbe la prima volta che la ragazza americana cavalca l’onda della vicenda giudiziaria e mediatica che l’ha perseguitata per anni per ottenerne un vantaggio: ha scritto un libro, ha prestato la sua immagine nel documentario di Netflix e poi in un film. Questa volta, però, non ha fatto altro che accettare un invito.