Il consiglio comunale di Milano ha dato lo stop all’uso del taser da parte della polizia locale. La giunta ha approvato, con 25 voti a favore, 5 contrari e 2 astenuti la mozione del gruppo “Milano Progressista” che chiedeva alla giunta di impedire che la pistola elettrica entrasse nella dotazione della polizia municipale.
Anita Pirovano, una delle firmatarie della mozione, ha espresso soddisfazione per la votazione, ricordando come il taser sia particolarmente dannoso per le persone più vulnerabili. L’associazione ha presentato la mozione spaventata dagli effetti collaterali dell’utilizzo della pistola elettrica, che secondo Amnesty International ha causato la morte di più di 500 persone negli Stati Uniti tra il 2001 e il 2012.
Il sindaco di Milano Beppe Sala non aveva mai annunciato di voler accedere ai contenuti che la regione Lombardia ha stanziato per permettere ai Comuni di acquistare la pistola elettrica, che comunque sono diverse da quelle in dotazione negli USA. La vicesindaca Anna Scavuzzo ha poi precisato come l’amministrazione sia già al lavoro su un’altra sperimentazione, quella dello spray al peperoncino, che sta impegnando gli agenti della polizia locale nell’ottica di un miglioramento della loro sicurezza. Ha poi espresso dubbi sulla pistola elettrica, visto che per i grandi comuni si partirà con 2 pistole elettriche per tutto il corpo, troppo poche per una prova seria dello strumento.
All’attacco Daniele Vincini, capo del SULPM (sindacato unitario lavoratori polizia municipale): «L’amministrazione con questa scelta dimostra di non capire la realtà che noi agenti viviamo tutti i giorni». Alla sua protesta si è unita Silvia Sardone, ora in quota Lega e fresca di 270.000 preferenze alle elezioni europee: «La sinistra è nemica della sicurezza, mentre i cittadini chiedono più controllo contro criminalità e degrado».