Si attende la sentenza di primo grado del tribunale di Genova sul viceministro della Lega Edoardo Rixi, che la Procura vorrebbe condannato a 3 anni e 4 mesi di carcere per falso e peculato. L’accusa che gli viene mossa dal 2012 è di essersi appropriato di fondi pubblici quando era consigliere regionale in Liguria per un ammontare di diverse centinaia di migliaia di euro.
Rixi è co-imputato nel processo insieme ad altri due ex consiglieri della Lega, i quali, secondo l’accusa, tra il 2010 e il 2012, si sarebbero fatti rimborsare con soldi pubblici, spacciandole per spese istituzionali, cene, viaggi, gite al luna park, gratta e vinci, ostriche, fiori e spese per oggetti vari.
Se sarà condannato, la posizione del viceministro della Lega rischia di accendere un forte dibattito nel governo, fresco di urne. Le recenti elezioni europee hanno infatti rovesciato i rapporti di forza tra le due componenti della maggioranza parlamentare, rafforzando molto la Lega di Matteo Salvini che, dopo aver accettato le dimissioni di un altro sottosegretario coinvolto in una vicenda giudiziaria, Armando Siri, ora preferirebbe non cedere una seconda volta. Diversi dirigenti del Movimento 5 Stelle hanno già detto che in caso di condanna Rixi dovrà dimettersi. Il capogruppo alla Camera, Francesco D’Uva, ha ricordato che l’accordo di governo prevede le dimissioni per chiunque riceva una condanna, anche solo di primo grado. I leghisti però sono contrari e il capogruppo della Lega al Senato, Massimo Romeo, ha già detto che Rixi dovrà restare al suo posto anche in caso di condanna: «La Lega ha già deciso», ha detto. Il leader del partito, Matteo Salvini, si è limitato invece a dire che non commenta «l’attività della magistratura» e che «le assoluzioni e le condanne le commento quando ci sono».
L’ultima parola sulla sorte di Rixi spetterà comunque al suo ministro competente, Danilo Toninelli, del Movimento 5 Stelle, e poi al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.