Niki Lauda se n’è andato. L’ha fatto in silenzio, all’età di 70 anni. «Con profonda tristezza annunciamo che il nostro amato Niki è morto pacificamente con la sua famiglia accanto lunedì», queste le parole di chi gli è stato vicino fino all’ultimo istante. La leggenda della Formula 1, tre volte campione del mondo, aveva subito otto mesi fa un trapianto polmonare ed era ricoverato in una clinica privata in Svizzera per problemi ai reni. Alcune complicazioni avevano richiesto la necessità di una dialisi, ma nulla lasciava pensare al peggio.
«Un modello e un punto di riferimento per tutti noi, – si legge nella nota dei familiari – era un marito amorevole e premuroso, un padre e nonno lontano dal pubblico, e ci mancherà». Lauda, nato a Vienna il 22 febbraio 1949, è stato in grado di vincere tre titoli mondiali da pilota di Formula 1. I primi due con la Ferrari, 1975 e 1977. Poi dopo un primo ritiro dall’attività, il terzo titolo nel 1984 al volante della McLaren. Uno dei migliori piloti della storia di questo sport, capace di vincere 25 dei 171 gran premi disputati. 24 pole position, altrettanti giri veloci e 54 piazzamenti sul podio.
Rest in peace Niki Lauda.
Forever carried in our hearts, forever immortalised in our history. The motorsport community today mourns the devastating loss of a true legend.
The thoughts of everyone at F1 are with his friends and family. pic.twitter.com/olmnjDaefo
— Formula 1 (@F1) May 21, 2019
Vita e carriera dell’austriaco segnate indelebilmente dal grave incidente del Nurburgring del 1° agosto 1976, con il rogo della sua Ferrari che aveva sfigurato per sempre il suo viso. Ustioni che non gli avevano comunque impedito di tornare in pista a Monza a soli 40 giorni dall’incidente perché, come diceva lui, l’auto si «guida con il sedere» e non con la faccia. Stagione 1976, apice della sfida con James Hunt, ripresa poi da Ron Howard nel celebre film Rush. Campionato chiuso con il ritiro di Lauda sotto l’acqua del Fuji e la vittoria del mondiale del pilota McLaren.
Soprannominato “Computer” per la sua guida meticolosa e chirurgica, ma anche per la capacità di individuare e correggere i difetti delle monoposto. Pilota maniacale nella guida e sempre a colloquio con ingegneri e meccanici per la messa a punto della vettura. Legato in modo speciale con la Ferrari, per cui aveva fatto anche da consulente a metà anni ’90. Immediata la reazione su Twitter del Cavallino: «La grande famiglia della Ferrari apprende con profonda tristezza la notizia della morte dell’amico Niki Lauda. Resterai per sempre nei cuori nostri e in quelli dei tifosi. #CiaoNiki».
Oggi è un giorno triste per la F1. La grande famiglia della Ferrari apprende con profonda tristezza la notizia della morte dell’amico Niki Lauda, tre volte campione del mondo, due con la Scuderia (1975-1977). Resterai per sempre nei cuori nostri e in quelli dei tifosi. #CiaoNiki pic.twitter.com/srQUUeDqLw
— Scuderia Ferrari HP (@ScuderiaFerrari) May 21, 2019
«Un vero amico da cinquant’anni, la sua scomparsa lascia un enorme vuoto dentro di me – così l’ex presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo – Con Niki ho vissuto alcuni dei momenti più belli della mia vita». Messaggio anche dai social della McLaren: «Sarai sempre parte della nostra storia». Non sono mancate anche le dichiarazioni di Arturo Merzario, l’uomo che aveva salvato la vita a Lauda al Nurburgring nel 1976: «Nelle competizioni eravamo super nemici ma nel privato eravamo amici, quando mettevamo il casco era come se andassimo in guerra».
Oltre alla fantastica carriera da pilota, Lauda è stato anche un imprenditore di successo nel campo del trasporto aereo cargo e passeggeri, come fondatore e direttore di due compagnie aeree: Lauda Air e Niki. Dal 2012, di nuovo nel circus della Formula 1, con il ruolo di presidente esecutivo della Mercedes, con cui ha vinto il mondiale negli ultimi cinque anni. «Una delle più grandi leggende di questo sport, ha combinato eroismo, umanità e onestà – così il team principal della casa tedesca Toto Wolff – Abbiamo perso un eroe».