Disagi, lamentele e ritardi; oggi, martedì 14 maggio, la linea verde della metropolitana di Milano è stata sospesa dalle 8 alle 10.50 tra le stazioni di Udine e Cologno e di Udine e Cernusco nell’altra diramazione sempre verso nord.
Come ha chiarito la stessa Atm (Azienda Trasporti Milanese) sul suo profilo Twitter, il motivo dello stop di stamane sarebbe da rintracciare in un guasto elettrico occorso alla stazione di Cascina Gobba proprio all’ora di punta: le 8, quando sono veramente tanti i passeggeri della metropolitana che vanno a lavoro a Milano. La circolazione dei treni è stata così bloccata e dai convogli sono scesi centinaia di passeggeri, costretti in coda sulle banchine delle stazioni e ai tornelli prima di uscire.
Tanti pendolari si sono quindi riversati in strada in attesa dei 60 pullman messi in campo dall’Atm, che hanno raggiunto con molta fatica le fermate a causa del traffico su strada, il sovraffollamento e la ressa che si è creata per salirci sopra.
La pagina Twitter di Atm si è riempita rapidamente delle lamentele dei viaggiatori, che hanno postato le foto dei loro disagi. «Perché dite “nelle tratte…” se è tutto fermo? È possibile sapere se da Abbiategrasso si parte a breve?», «I treni viaggiano? Si fa per dire. Sono arrivata sulla banchina di Sant’Agostino alle 8.30, un’ora dopo sono ancora a Moscova…», «Mi avete creato un grosso disagio e vi chiederò i danni esibendo le ricevute di pagamento «Dove ritiro la lettera di giustificazione per il datore di lavoro?», «Possibile che la M2 ha sempre problemi? E poi aumentate il biglietto…», «Da 40 minuti sono ferma a Cernusco, ma ancora nessun pullman sostitutivo…», «Vi dico solo che a Cernusco sul Naviglio c’è gente che si butta in mezzo alla strada e fa autostop. Mai vista una cosa del genere» alcuni dei commenti degli utenti social.
Ma c’è spazio anche per una voce fuori dal coro, Giorgio: «In tutto questo un plauso al vostro collega ai tornelli di Cernusco che sta pazientemente ascoltando e rispondendo a tutti! E non sempre le persone sono educate anche verso chi non c’entra nulla col disservizio».