Regole nuove e più stringenti per Sony: saranno limitati i contenuti sessualmente espliciti nei videogiochi della PlayStation 4. L’obiettivo è tutelare la reputazione della compagnia ed evitare l’accusa di farsi portavoce di un’immagine degradante della donna.
Secondo un portavoce di Sony, intervistato dal Wall Street Journal, queste decisioni nascono dalla necessità degli sviluppatori «di offrire contenuti bilanciati» affinché il gioco «non inibisca una crescita e uno sviluppo sano dei giovani». Tuttavia le scelte aziendali, a quanto riportato dalla stampa, non sono state accolte con favore da tutti gli sviluppatori di videogame.
Alcuni funzionari dell’azienda giapponese hanno rivelato che l’impresa temeva di rovinare la propria reputazione su scala globale proprio a causa dei contenuti sessualmente espliciti presenti nei videogiochi venduti in alcuni Paesi tra cui il Giappone, luogo in cui c’è maggiore tolleranza nei confronti dei nudi e delle immagini di ragazze che potrebbero sembrare minorenni.
Sempre secondo quanto riportato dal giornale di New York, la questione nasce dalla diffusione di piattaforme online – come Twitch di Amazon e YouTube Gaming – che trasmettono in diretta le partite ai videogame, arrivando a valicare i confini nazionali.
Un secondo fattore che ha influito sulle scelte della Sony – stando alle parole dei funzionari– è stata la crescita negli Stati Uniti del movimento #MeToo, che ha fatto temere all’azienda di poter essere associata a contenuti che avrebbero fornito un’immagine degradante della donna.
Il #MeToo è un movimento femminista nato sui social nel 2017 per denunciare le violenze perpetuate nei confronti delle donne, in modo particolare sul posto di lavoro. L’espressione #MeToo venne usata per la prima volta da Tarana Burke nel 2016, ma fu Alyssa Milano, l’anno successivo, ad ampliarne la portata. Alla fine della giornata in cui questo hashtag venne utilizzato per la prima volta, furono 200mila le diffusioni del #MeToo e 500mila dopo due giorni.