L’ex brigatista rosso Raimondo Etro, 62 anni, riceverà il reddito di cittadinanza. «Il reddito per me è una boccata di ossigeno. Sto affogando, sono un vero povero», dice. Etro è stato condannato nel 1999 a 20 anni e 6 mesi di carcere per la strage di via Fani, per il rapimento di Aldo Moro e per l’uccisione del giudice Palma. Il 17 aprile ha ricevuto dall’Inps un messaggio, nel quale si specificava che la domanda dell’ex brigatista era stata accolta. Secondo quanto riportato da “Il Corriere della Sera”, Etro non si sente in colpa.
«La mia vita l’ho buttata al vento, facendo però pagare il prezzo ad altri che non c’entravano niente. Perciò, se ci saranno proteste e il reddito di cittadinanza mi verrà ritirato, pazienza, non mi opporrò. Ho sempre considerato le pene che abbiamo avuto, io e tutti gli altri Br, fin troppo miti. Io il 6 marzo scorso ho fatto domande alle Poste perché sto affogando», afferma. «Sono andato a un Caf della Cgil a chiedere informazioni. Il mio Isee è pari a zero, non sono lavoratore dipendente né autonomo, vivo vendendo libri su eBay. Ho una Ford Fusion del 2004 comprata usata. Mia zia Valeria morì nel 2013 e mi lasciò la sua polizza sulla vita, 55 mila euro. Ma piano piano questi soldi sono finiti» spiega. Secondo quanto detto dallo stesso Etro la domanda per il reddito è stata accettata perché «solo chi avuto negli ultimi dieci anni una pena definitiva per mafia o terrorismo non può averlo. Infatti, ho parlato con il mio ex compagno di cella a Rebibbia arrestato col 416bis per camorra, e anche lui ha ricevuto l’sms dall’Inps e ha avuto il reddito».
«Prenderò 780 euro, 280 come contributo per l’affitto, il resto per la spesa, potrò prelevare 100 euro al mese, di certo andranno via tutti». È speranzoso anche per il lavoro. «Sono iscritto a un centro per l’impiego dal 2017 ma fino a oggi non mi è arrivata una chiamata. Accetterei di tutto: farei le pulizie, lavorerei in un call center», conclude.