Gli investigatori della squadra mobile continuano ad indagare sull’agguato avvenuto a Milano lo scorso 12 aprile, quando in via Cadore erano esplosi quattro colpi di pistola indirizzati al 46enne Enzo Anghinelli, un uomo con dei precedenti per spaccio di droga. A sparare sarebbe stato il passeggero di uno scooter che, pochi secondi prima, si sarebbe affiancato alla macchina dell’uomo, una Ford Focus. Anghinelli è sopravvissuto solo perché il colpo gli ha attraversato la testa senza ucciderlo.
Tra le piste seguite dagli investigatori della Squadra Mobile ce n’è una che porta al primo anello della curva Sud dello stadio di San Siro. L’ipotesi è saltata fuori attraverso le ricostruzioni proposte sul Corriere della Sera da Cesare Giuzzi e Gianni Santucci. Tra le connessioni trovate, il fatto che la vittima degli spari avesse ripreso a frequentare lo stadio dopo un lungo periodo di detenzione, sedendo al primo anello nell’area abitualmente frequentata dagli “sconvolts”. L’avvocato di Anghinelli, a sua volta ultrà del gruppo “Commandos”, era stato aggredito lo scorso 18 dicembre durante una trasferta a Bologna. Inoltre, stando a quanto riportato dalla Digos, negli ultimi mesi avrebbe iniziato a frequentare il “giovane” marchio dei “Black devils”, un gruppo che a San Siro circola da un paio d’anni e che intratterrebbe rapporti con la ‘ndrangheta.
Un ulteriore motivo che induce gli agenti ad abbracciare la pista San Siro è il fatto che Anghinelli, il 17 marzo scorso prima del derby, avrebbe avuto presso il Meazza un confronto con alcuni noti personaggi della curva. L’alterco sarebbe sfociato in un pestaggio nei suoi confronti, un fatto che Anghinelli non ha mai denunciato.