Rapine, minacce, spaccio e pestaggi: proprio come in Grand Theft Auto (meglio conosciuto con l’abbreviazione Gta), popolare videogame nel quale si interpreta un personaggio malavitoso. Un gioco per console, Pc e smartphone che negli anni ha suscitato molte polemiche proprio per la sua trama violenta e il linguaggio scurrile.
Mercoledì mattina la Polizia di Stato di Monza ha eseguito sei arresti nei confronti quattro ragazzi italiani, un peruviano e un dominicano; tutti appena maggiorenni, tutti residenti a Monza. La gang, nota in zona come la “Compagnia del entro” o la “Compagnia del ponte” mirava a conquistare e difendere il proprio “territorio”, così come accade in molte delle storyline dei vari episodi di Gta.
Per farlo si finanziavano mettendo a segno svariati colpi, derubando e terrorizzando coetanei e clochard. Almeno una decina le rapine accertate, commesse tra il marzo 2018 e il gennaio 2019. Tra le accuse anche spaccio di droga e tentato omicidio, per una rapina “degenerata”. «Questa è la nostra zona», ripetevano, per poi aggredire con calci e pugni al volto e alla testa, fendenti scagliati con coltelli e catene, dopo aver letteralmente accerchiato la «preda» che aveva «osato» calpestare il suolo sul quale si erano arrogati la supremazia.
Intercettate anche alcune telefonate: «Non sono uno da Xbox io lo sai, certe cose le faccio in giro. Sulla Playstation mi annoiano», e ancora «È Gta quello che sto giocando io ora», «Farlo sulla Play mi viene a noia. Mi vien voglia di prendere, uscire e farle, capito?».
Altro elemento caratteristico, nel gioco così come nella realtà, è il tatuaggio. Un marchio, qualcosa che dà un’identità i componenti della gang. La “Compagnia del centro” aveva scelto di tatuarsi dei numeri sulle mani che, una volta chiusi e accostati i palmi, permette di leggere la scritta “Acab” (acronimo di “All Cops Are Bastards”, “tutti gli sbirri sono bastardi”).
Durante gli arresti, ai giovani della gang sono stati sequestrati telefoni cellulari e quanto utile per proseguire le indagini, coordinate dal Pm Carlo Cinque, a cui hanno collaborato il Reparto Prevenzione Crimine Lombardia e squadre cinofile e della Polizia Scientifica. Le posizioni dei minori sono al vaglio del Tribunale per i minorenni di Milano.