La premier britannica Theresa May ha accettato la proposta del Consiglio degli altri 27 capi di Stato e di governo per un’estensione di oltre sei mesi, dal previsto 12 aprile fino al prossimo 31 ottobre, per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, la famigerata Brexit, con la flessibilità per alcune condizioni.
La May aveva chiesto ai 27 leader una proroga al 30 giugno prossimo per allontanare la scadenza prevista domani. Ma non aveva potuto garantire il superamento contrasti nel Parlamento di Londra, che hanno finora impedito l’approvazione dell’accordo di ritiro, né l’evitarsi di una traumatica Brexit “senza accordo” con prevedibili conseguenze negative anche per i 27 Paesi membri. Il presidente del Consiglio Ue, il polacco Tusk, le ha comunicato la proposta per il rinvio a fine ottobre. May ha approvato, apprezzando l’accoglimento della flessibilità di anticipare. «Voglio che il Regno Unito lasci l’UE il prima possibile – ha detto -. Ora dobbiamo lavorare tutti per ottenere la maggioranza in Parlamento e per dare seguito al risultato del referendum. Se l’accordo sarà approvato nelle prime tre settimane di maggio, il Regno Unito potrà lasciare l’ Ue il 1° giugno». Andando oltre sarà necessario partecipare al voto europeo del 23-26 maggio. Le regole comunitarie non sembrano consentire a un Paese, pur in uscita, di non essere rappresentato nella Camera Ue.
Non sono mancate le reazioni. «Per me è molto importante che il Regno Unito dica che si prepara per le elezioni europee, questo garantisce il funzionamento delle istituzioni europee» ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel. «È probabile che il Regno Unito parteciperà alla elezioni europee – ha confermato il presidente della Commissione Ue, il lussemburghese Jean-Claude Juncker -. Sono le regole». «Peccato che l’Unione Europea sia così dura con il Regno Unito e con la Brexit», twitta dispiaciuto Donald Trump. «Siamo favorevoli a una proroga, ovviamente non può essere di un mese o due, ma più lunga», è stata la posizione del premier Giuseppe Conte, che intende tutelare l’ampia comunità italiana nel Regno Unito e l’ingente interscambio commerciale italo-britannico. Il presidente francese Emmanuel Macron e il premier olandese Mark Rutte, abituali alleati della Merkel, hanno condiviso con la maggioranza dei colleghi l’utilità di evitare la Brexit senza accordo. Ma hanno assunto una posizione più rigida per mettere pressione sulla May. Soprattutto Macron ha spinto per il rinvio non oltre ottobre, per evitare a novembre la nomina di un commissario del Regno Unito nella nuova Commissione Ue. Dubbi comunque restano sull’effettiva conclusione del negoziato Londra-Bruxelles entro ottobre. Sull’eventualità dei prossimi eurodeputati britannici solo temporanei, il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani ha chiesto chiarezza perché «il Parlamento europeo non è un Grand Hotel, dove si entra e si esce a piacimento».