La Camera dei Comuni inglese ha approvato una legge sulla Brexit che obbliga la premier britannica Theresa May a escludere in tutti i modi il no deal, anche chiedendo a Bruxelles di rimandare il divorzio dall’Ue oltre la data di scadenza del 12 aprile.
La legge, promossa dalla laburista Yvette Cooper, ha avuto un iter di un solo giorno ed ha raggiunto la maggioranza alla Camera dei Comuni per un solo voto (313 sì contro 312 no). Passerà ora alla Camera dei Lord, dove dovrebbe essere approvata in poche ore, salvo ostruzionismi.
Downing Street ha risposto però in maniera scettica tramite un portavoce: «Il primo ministro ha già indicato un processo chiaro attraverso il quale possiamo lasciare l’Ue con un accordo e si è già impegnata a chiedere un’ulteriore proroga dell’uscita. Ma questa legge, se approvata anche dalla Camera dei Lord, imporrà una grave restrizione alla capacità del governo di negoziare un’estensione con Bruxelles e di incorporarla nella legislazione del Regno Unito prima del 12 aprile».
Nel caso Bruxelles dovesse concedere la proroga oltre il 12 aprile si prospetterebbe uno scenario che May preferirebbe evitare: la partecipazione di Londra alle elezioni europee del 26 maggio. Il Presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, non sembra però intenzionato a concedere ulteriori proroghe al Regno Unito. «Il 12 aprile è la data ultima per l’approvazione» ha infatti dichiarato. Nonostante l’ultimatum di Juncker, durante il vertice Ue del 10 aprile, May cercherà di far passare la proposta di un rinvio breve, fissato al 22 maggio, in modo da evitare il coinvolgimento nelle elezioni del Parlamento Europeo.
In attesa del vertice del 10 aprile, la premier e il leader laburista Jeremy Corbyn stanno lavorando a un’intesa di divorzio che possa essere votata dal Parlamento inglese entro lunedì e poi presentata a Bruxelles. «Il colloquio è stato utile ma non risolutivo» ha dichiarato però Corbyn alla stampa.