Come è cambiata Milano negli anni? E come si proietta nel futuro?
A queste e altre domande si è cercato di rispondere durante gli Stati Generali del Comune, organizzati dall’associazione Cic (Cronisti in Comune) nella giornata di mercoledì 3 aprile a Palazzo Marino. È stata una giornata di confronto dal titolo Milano vicino all’Europa, per riprendere il celebre brano di Lucio Dalla.
In Sala Alessi si sono alternati alcuni milanesi illustri, la sessione del mattino era dedicata ad un dibattito a proposito dei temi della mobilità, periferie, sviluppo urbanistico, grandi eventi, accoglienza e economia.
Nel pomeriggio quattro relatori hanno invece trattato il tema Milano del futuro: Paolo Cognetti (scrittore, vincitore del Premio Strega), Carlo Cracco (chef e conduttore tv), Claudio Trotta (organizzatore di concerti e fondatore Barley Arts) e Enrico Bertolino (comico e presentatore tv).
Paolo Cognetti ha raccontato di aver vissuto a lungo a Milano, «nato e cresciuto sulla circonvallazione della linea 90». Dopo un periodo buio alla fine degli anni zero, in cui, a suo avviso, Milano era diventata una città invivibile per i giovani, ha poi assistito al suo rifiorire in seguito all’Expo. «Torno spesso perché qui si trova la ricchezza della varietà umana. Mi piacerebbe che l’identità di questa città fosse fondata sulla diversità delle culture e che fossero valorizzate anche le zone periferiche», conclude.
Lo chef Carlo Cracco spiega di essersi trasferito a Milano dalla provincia, «all’inizio quello che mi ha colpito di più è stato l’inquinamento. Ma per me è stata anche la città delle opportunità. Credo ci sia molta energia a Milano, ti lascia crescere, ti dà uno spazio che puoi riempire con dei contenuti». Il suo consiglio per il futuro è quello di investire e cercare di migliorare tutto ciò che circonda Milano, a partire dalle periferie, «dove ci sono più opportunità».
Claudio Trotta, che ha vissuto a Milano nel periodo delle radio libere degli anni ’70, racconta di aver sempre visto il capoluogo lombardo «orientato al proprio futuro ma senza un disegno preciso dedicato ai giovani». Anche dal punto di vista ecologico si potrebbe migliorare: «vorrei una città senza automobili».
Enrico Bertolino, nato in zona Isola quando «era ancora un quartiere malfamato», ha detto che gli piacerebbe che la città fosse più inclusiva e che tra le varie week milanesi, ci fosse anche una «education week, nella quale ognuno impari a fare qualcosa per educarsi e migliorare». Ha poi spiegato a Masterx, che Milano «è una città che sa migliorarsi, ma che per quanto riguarda i giovani c’è ancora molto da fare. Se guardiamo i tassi di disoccupazione ci dicono che il nostro Paese ha bisogno di impiegare maggiormente i giovani. Questo dovrebbe comportare un ritorno alla pratica dell’apprendistato, in qualsiasi ambito e qualsiasi materia. Milano ha quindi uno spazio di miglioramento e deve sfruttarlo al meglio. In questo senso tutte le iniziative post-universitarie come ad esempio i master, sono secondo me vincenti. Se però vuole davvero competere con le altre grandi metropoli, deve prima diventare cosmopolita».
Il sindaco Giuseppe Sala è poi intervenuto per rispondere ai suggerimenti proposti dai relatori e da altri personaggi simbolo del mondo milanese che hanno presentato le proprie idee in formato video.
Il Milanese Imbruttito ad esempio ha chiesto di organizzare, oltre alla fashion week e alla design week, una comedian week, dato che «quando uno arriva a Milano la prima cosa che vede sono Gaber, Jannacci e Fo».
Il sindaco, per quanto riguarda l’organizzazione di eventi culturali di questo tipo e di progetti rivolti ai giovani, ha detto a Masterx che «il comune ha già messo in atto alcune innovazioni, però è sempre importante avere dall’altra parte qualcuno che prenda l’iniziativa. Dato che la città sta diventando più giovane in senso concreto, di fronte ad iniziative proposte siamo più che disposti a utilizzare i nostri spazi. Siamo disponibili a far bandi e a consegnarli a chi dimostra di saperli gestire».
Alla domanda del precedente sindaco Giuliano Pisapia che gli chiedeva quanto si sentisse soddisfatto del proprio operato, Sala ha risposto che «il vero tema è capire quali cose si possano risolvere subito e quali invece si possono fronteggiare nel lungo termine. La questione ambientale ad esempio non può essere sistemata in modo ottimale immediatamente ma si può comunque iniziare ad operare per ottenere un miglioramento consistente».