È finita con lo sbarco a Malta il viaggio della nave dirottata da un gruppo di migranti nel Mediterraneo. Alle 9 e 30 del 28 marzo sono stati fatti scendere dal mercantile El Hiblu 1 oltre 100 migranti, tra cui 19 donne e 12 bambini: questi verranno accompagnati dalla polizia all’Initial Reception center a Marsa, cittadina maltese sul mare.
Tra i migranti la polizia ha fermato 5 uomini, che sono scesi dalla nave battente bandiera turca con i polsi legati con fascette di plastica. Ora si trovano in stato di fermo con l’accusa di dirottamento.
Il mercantile era stato contattato dal centro di coordinamento della Guardia Costiera libica per soccorrere un gruppo di migranti in difficoltà non potendo inviare alcun mezzo proprio. Dopo averne accolto alcuni di loro aveva fatto rotta verso la Libia tra il 25 e il 26 marzo. Avendoli soccorsi nella SAR (area di ricerca e soccorso) libica avrebbe dovuto riportarli a Tripoli. La cosa ha scatenato la reazione dei migranti che hanno così preso il controllo della nave.
La marina militare di Malta l’ha poi abbordata assumendone il comando poco dopo l’ingresso di questa nelle sue acque territoriali, per poi farla attraccare nel molo di Boiler Wharf. Il vicepremier Matteo Salvini ha commentato l’accaduto: «Bene l’intervento militare di Malta. Questo fatto è la dimostrazione che l’immigrazione è gestita da criminali e va bloccata con ogni mezzo lecito necessario». I migranti scesi dalla nave hanno baciato il terreno: il loro primo obbiettivo infatti era non essere riportati in Libia, e l’arresto di parte di loro è considerato un prezzo da pagare comunque inferiore rispetto al rischio di essere riportati sulle coste africane.