È stato arrestato a Londra, su mandato delle autorità di New Delhi, il miliardario indiano Nirav Modi. Il magnate era l’uomo più ricercato d’India in quanto accusato, insieme allo zio Mehul Choksi, di aver frodato l’equivalente di 2 miliardi di dollari (1,7 miliardi di euro) alla Punjab National Bank (PNB), la seconda più grande banca statale del Paese.
Quarantotto anni, imprenditore e designer, Nirav Modi ha raggiunto il successo seguendo la strada, già avviata dalla famiglia, del commercio delle pietre, creando una delle più esclusive Maison di alta gioielleria e guadagnandosi l’appellativo di “re dei diamanti”. A inizio 2018 il suo nome è entrato nelle notizie di cronaca per via della clamorosa accusa di frode e, poco tempo dopo, è sfuggito al processo in India, rifugiandosi nel Regno Unito e richiedendo asilo a causa della “persecuzione politica” in atto contro di lui nel suo Paese d’origine.
Dopo questa accusa, nel tempo sono emerse altre frodi da parte di Modi nei confronti di altri istituti di credito, come State Bank of India, Union Bank, Axis Bank e Allahabad Bank. Non solo, pare che il “re dei diamanti” abbia anche truccato i bilanci della sua azienda, gonfiando i conti del suo prezioso impero di oltre il 70%. Il tutto è confluito in un’inchiesta che ha portato alla chiusura delle boutique in India (a partire dallo store di Mumbai) conti bancari, e alla confisca delle sue auto di lusso, mentre nel luglio 2018 l’Interpool aveva diffuso un mandato di arresto nei suoi confronti. Adesso, Modi è atteso di fronte alla Westminster Magistrates Court per la convalida dell’arresto. Dopo di che scatterà la procedura d’estradizione.
La truffa, in sostanza, consisteva nella richiesta di fondi da parte di Modi e di Choksi, insieme con il Gruppo Gitanjali, per pagare acquisti di pietre preziose all’estero che si sono rivelati essere fittizi. Inoltre, i prestiti erano concessi senza verificare se fossero coperti da una polizza assicurativa per coprire una eventuale inadempienza. La truffa è andata avanti dal 2011 a gennaio 2018, fino a quando un funzionario della PNB ha realizzato una verifica più approfondita, facendo emergere l’inganno.