Una loggia segreta capace di condizionare la politica e la burocrazia. Ne avrebbero fatto parte, a Castelvetrano, in provincia di Trapani, massoni, politici, poliziotti e professionisti di vario genere. È un blitz che fa rumore quello dei carabinieri del Nucleo investigativo di Trapani: ventisette le persone arrestate e dieci indagate a piede libero.
La mente della loggia segreta sarebbe l’ex onorevole regionale di Forza Italia Giovanni Lo Sciuto. Ma ai domiciliari finiscono anche l’ex deputato di Forza Italia Francesco Cascio e l’ex sindaco di Castelvetrano, Felice Errante. L’inchiesta è coordinata dal procuratore Alfredo Morvillo, dall’aggiunto Maurizio Agnello e dai sostituti Sara Morri, Andrea Tarondo e Francesca Urbani e ruota attorno alla figura di Lo Sciuto, in passato indagato – ma arrivò un’archiviazione – per avere finanziato la latitanza di Matteo Messina Denaro. Era il 1998, poi la scalata politica con l’approdo alla commissione parlamentare Antimafia.
Le indagini recenti indicano Lo Sciuto come l’uomo chiave del sistema corruttivo che condizionava la vita politica di Castelvetrano, piazzando assessori massoni, e quella amministrativa all’Inps di Trapani , controllando l’erogazione delle pensioni di invalidità grazie al medico dell’Istituto Rosario Orlando. Si indaga anche su nomine politiche e finanziamenti regionali. Un filone dell’inchiesta arriva fino al ministero dell’Interno per una fuga di notizie. Sarebbe stato Cascio a rivelare l’esistenza dell’inchiesta trapanese, dopo averlo appreso da Giovannatonio Macchiarola, allora segretario del ministro dell’Interno Angelino Alfano.
Un avviso di garanzia ha ricevuto l’ex rettore dell’Università di Palermo Roberto Lagalla, oggi assessore regionale all’Istruzione: avrebbe favorito la figlia di Orlando nell’aggiudicazione di una borsa di studio. Del gruppo segreto avrebbero fatto parte anche Giuseppe Berlino, ex consigliere comunale di Castelvetrano e componente della segreteria tecnica dell’assessorato regionale ai Beni culturali, e Gaspare Magro, commercialista, mentre i domiciliari sono stati concessi al vice sindaco di Castelvetrano. Lo Sciuto avrebbe controllato anche finanziamenti regionali e soprattutto un fiume di pensioni di invalidità: sono 70 quelle al vaglio degli inquirenti. Nella macchina del consenso di Lo Sciuto trovava posto anche Paolo Genco, presidente dell’Anfe, colosso della formazione giù travolto dagli scandali: è stato arrestato perché avrebbe fornito soldi e posti di lavoro a Lo Sciuto che in cambio avrebbe sponsorizzato delibere e progetti di legge riguardanti l’Anfe. Tra gli arrestati anche i poliziotti Salvatore Passannante, Salvatore Virgilio e Salvatore Giacobbe.