Daniele C., 27enne bolognese con una laurea in informatica, ha deciso di trasferirsi a Bangkok, in Thailandia, per cavalcare il suo sogno: gestire una azienda tutta sua. E ce l’ha fatta. Scopriamo i segreti, le curiosità e la storia di un giovane talento italiano che sta conquistando il continente asiatico con la sua azienda Asia Internship Placement, che lavora in 12 nazioni diverse: Russia, Australia, Taiwan, Hong Kong, Vietnam, Cina, Giappone, Indonesia, Corea del Sud, Singapore e Malesia.
27 anni e sei già ai vertici di un’azienda con sede a Bangkok. Ci racconti come hai fatto?
“Dunque, tutto è cominciato verso la fine del 2014. Ero all’ultimo anno di informatica e per quanto mi mancassero solo 4 esami non ce la facevo più, per quanto mi piacesse l’informatica la realtà universitaria che mi trovai davanti era molto diversa dalla mia idea di informatica. Così, quando il mio migliore amico, che al momento si trovava in India per un internship in ingegneria, mi chiese se volevo raggiungerlo lì per aiutarlo, non ci pensai due volte e gli chiesi subito di fare un colloquio con il capo dell’azienda dove si trovava (Mr Tamboli, della Tamboli Casting Limited). Il colloquio andò bene e mi ritrovai per 6 mesi in India in una città chiamata Bhavnagar nella regione del Gujarat per uno stage nel reparto di informatica di questa azienda manifatturiera. Quella era la regione natale di Gandhi dove alcool e carne di ogni tipo sono illegali, tranne che per il pollo nei quartieri islamici…. Inutile dire che non era proprio la prima meta che mi sarebbe venuta in mente di visitare al tempo. Mi ha sicuramente formato dal punto di vista della flessibilità, intesa come capacità di adattarsi a qualsiasi cosa la vita e il mondo possano gettarti addosso. Così, invece di tornare in Italia a finire l’università, decisi di cercare un lavoro da qualche parte in Asia, che fin da piccolo mi ha sempre affascinato. Fu così che trovai la mia attuale azienda, al tempo una piccola startup di 5 persone tra i 22 e i 28 anni che operavano da una casa a tre piani nella periferia di Bangkok, non esattamente l’ideale di start up con milioni di dollari di investimenti, ma più che altro un gruppo di amici con un’idea. Inizialmente arrivai in Thailandia come intern di informatica e l’idea era che avrei dovuto aiutare a mantenere il sito dell’azienda. Presto però, iniziai ad interessarmi ad altri settori quali il marketing e l’organizzazione dei processi interni e con l’aiuto dai miei colleghi iniziammo a rivoluzionare non solo il sito ma quasi ogni cosa all’interno della nostra azienda. Quel periodo mi insegnò tantissime cose riguardo diversi aspetti di una azienda con cui fino ad allora non ero mai entrato in contatto, cose come grafica, finanza, organizzazione aziendale, risorse umane e gestione dei processi che erano necessari alla crescita dell’azienda. Fast forward di due anni, e il lavoro mio e dei miei colleghi inizia a dare i suoi frutti; nuovo marketing, nuovo sito, nuove idee (come per esempio l’introduzione di un CRM, un software per organizzare e gestire le relazioni con clienti e potenziali clienti) e l’azienda è cresciuta e ha triplicato il fatturato. Questo era Settembre 2017 a quel punto era già da tempo che avevo la posizione di Head of Marketing, ma era chiaro che la mia reale posizione era un’altra, poiché quasi ogni processo sia interno che nel marketing che nel business development era gestito, almeno in parte, da me. Così, quando decidemmo di rifondare l’azienda a Singapore alla fine di quell’anno, per motivi sia fiscali che di sicurezza (Singapore è la Svizzera dell’Asia ma con meno evasione fiscale) decidemmo che avrei preso il titolo di Co-Fondatore e Managing Director… ed eccoci qua.”
Di cosa si occupa la tua azienda?
“Siamo una “internship placement company” ovvero un’azienda che si occupa di trovare internship per studenti e non, in Asia in 12 diverse nazioni. Tutti i nostri internship sono personalizzati per la persona che ce lo richiede, nel senso che dopo aver passato il nostro processo di screening facciamo un’intervista con la persona per capire esattamente il tipo di collaborazione che questa persona sta cercando. Una volta trovato, introduciamo l’azienda al candidato e lasciamo che discutano tra di loro i dettagli dell’internship, se per entrambe le parti l’intervista è soddisfacente procediamo alla preparazione pre-internship dove oltre ad aiutare nel processo di ottenimento del visto ci occupiamo di fornire informazioni sulla sistemazione, il posto di lavoro e la città, così che il nostro cliente non abbia alcun problema a cominciare la sua esperienza. Questo servizio che offriamo ovviamente ha un costo e offriamo diversi pacchetti con diverse feature in base alle necessità della persona.”
Parliamo di numeri.
“Abbiamo 20 dipendenti nell’ufficio di Bangkok, 4 a Singapore e altri 6 tra le varie città in cui lavoriamo, abbiamo una network di ormai più di 1000 aziende e le nostre destinazioni principali sono Thailandia, Corea del Sud, Singapore, Giappone e Cina. Al momento il nostro fatturato è di circa 2 milioni di Bhat Thailandesi al mese, lascio a voi fare il cambio, e per quanto riguarda il mio stipendio è al livello di un manager Italiano.”
È così difficile la lingua?
“Sono qua da tre anni e ho un livello di Thai che mi permette di muovermi in giro senza problemi, ma non posso avere una conversazione vera e propria. Il problema più grande per me sono i toni, la lingua thai ha 5 toni e per quanto io ci provi, non riesco a mettere da parte l’accento italiano e fare i toni bene, questo porta a situazioni imbarazzanti dove a volte persone non abituate al Thai parlato dai Farang (stranieri occidentali) non capiscono quello che dico, malgrado siano formule magari molto semplici. Per farti un esempio la parola “Ma” dipende dal tono; vuol dire cavallo, venire o cane e la parola “kao” può voler dire news, bianco o riso.”
Hai mai avuto paura di vivere lontano dall’Italia?
“In realtà no, da sempre volevo girare il mondo ed esplorarlo, mi piace molto viaggiare e mi piace conoscere nuove persone. Sicuramente la mia prima esperienza in India fu abbastanza complicata ma la presi come una sfida. In futuro vorrei finire a Taipei e magari a Seoul o Tokyo, posti in cui per ora viaggio spesso per lavoro ma dove non ho ancora avuto l’opportunità di vivere. In generale comunque mi piace molto l’Asia e per ora voglio rimanere qua.”
Ti manca l’Italia?
“Per lo più ti direi di no, per la vita che faccio è importante sempre guardare avanti e malgrado ovviamente famiglia e amici manchino sempre, grazie ai social network alla fine rimanere in contatto è abbastanza facile. L’unica cosa di cui spesso mi lamento un po’ è la musica: in Italia ho lavorato per anni nell’organizzazione di eventi e pubbliche relazioni per locali underground e devo dire che lo standard di musica a cui ero abituato era molto differente.”
Hai trovato problemi di integrazione?
“No mai, anzi, non so se sia la gente qui o il mio essere Italiano (che comunque in Asia è sempre un bonus), ma crearsi un gruppo di amici e un network di conoscenze è stato veramente facile. C’è da dire che Bangkok è molto internazionale ed è piena di stranieri da tutto il mondo, quindi si è tutti sulla stessa barca.”
Sappiamo che sei un cannibale dell’informazione. Quali sono le differenze tra i quotidiani in Italia e in Thailandia?
“L’informazione sotto una dittatura militare come in Thailandia non è esattamente libera e quindi ogni volta che leggi delle news ti serve una certa conoscenza pregressa della situazione attorno, per capire interamente cosa i giornalisti stanno cercando di spiegare senza finire in galera. Esistono temi come il re o commenti sulla dittatura militare che possono costare variati anni di prigione sia al giornalista che al lettore. Per esempio qualche mese fa 5 persone sono state arrestate per avere messo un like ad un post di un giornalista indipendente (che peraltro seguo anche io: Andrew Macgregor Marshall). La cosa divertente è che, malgrado tutto, è più facile trovare informazioni accurate riguardo la politica Thai che su quella italiana, poiché i media Thai sono più professionali e oggettivi rispetto a quelli italiani, che invece, come nel caso di quelli americani, tendono sempre a schierarsi.”
Quali sono i tuoi canali preferiti di informazione? Leggi giornali italiani?
“Onestamente qua la lista sarebbe lunga, oramai sono un accanito utilizzatore di Feedly e al momento seguo esattamente 18 hashtags e 36 diversi media ogni giorno divisi per categorie ( Finanza, News sul mondo, Politica in generale, Italia, Thailandia, Europa, Crypto, Tech, e Internship) piu’ alcuni giornalisti indipendenti come andrew macgregor marshall che trattano solitamente dell’Asia. Tra i media che leggo ogni giorno compaiono molti nomi noti italiani come Rai News, Libero, Il Fatto quotidiano, Il Sole 24 Ore e Repubblica.”
L’Italia e gli italiani come vengono visti dai tuoi colleghi e dalla Thailandia?
“Allora, da un punto di vista umano, gli italiani in Asia in generale e quindi anche in Thailandia sono visti molto bene. Inoltre gli asiatici sono molto “foodie” e ovviamente tutti amano il cibo italiano. Unica nota negativa le ragazze se da un certo punto di vista ci trovano molto affascinanti da un altro hanno paura che siamo solo dei Latin Lovers perché da quel che ho capito le serie “drama” che in tutta l’Asia spopolano ci dipingono come De Sica del cinepanettone. Se dal punto di vista umano siamo visti in modo positivo devo dire che dal punto di vista lavorativo forse siamo visti anche meglio, almeno per la mia esperienza personale ho sempre sentito parlare degli italiani in Thailandia come dei grandi lavoratori, intelligenti e capaci di rendere divertente e animato un posto di lavoro. Sinceramente venire in Thailandia a vivere e lavorare mi ha fatto veramente apprezzare l’essere Italiano.”
Il governo giallo-verde ti convince?
“Inizialmente ero incredibilmente scettico, Lega e M5S insieme? Uno scherzo. Ora la situazione che vedo è che nel bene o nel male il governo giallo-verde è riuscito per la prima volta in non so quanto tempo a formare un governo che unisce intorno al 55% gli Italiani. Ovviamente i problemi sono tanti e unire due schieramenti che su certe cose la vedono in modo diametralmente opposto non è facile ma almeno nel bene o nel male le cose stanno cambiando. Vedo molti articoli pessimistici sulla politica italiana e per quanto ne capisco le preoccupazioni, tendo invece a dare fiducia a questo governo perché almeno stanno cambiando qualcosa. ”
Il populismo in Asia come viene visto?
“Una nuova ondata di populisti ispirati questa volta dal populismo occidentale sta nascendo in Corea e in Giappone, ma una versione 2.0 del populismo sta invece tornando nel sud-est asiatico, soprattutto in Thailandia con le nuove elezioni il 24 marzo.”
Ci parli della politica locale? E Gli investimenti?
“Dal punto di vista degli investimenti, la Thailandia ha grandissimi investimenti soprattutto dalla Cina che praticamente possiede tutte le più grandi aziende Thai e che tiene le corde del governo grazie all’enorme importanza del GDP dato dal turismo cinese in Thailandia. Altre nazioni soprattutto occidentali che in passato avevano fatto investimenti in Thailandia negli ultimi 8 anni a causa dell coup militari e l’incertezza politica in generale hanno spostato i loro investimenti in Vietnam che ora come ora e’ un posto molto più stabile.”
Quali sono i punti critici della politica italiana, secondo te?
“Secondo me i problemi sono sia i nostri politici che il modo in cui gli italiani affrontano e vivono la politica. Mi spiego, soprattutto nelle ultime elezioni i nostri politici, probabilmente ispirati dalle elezioni americane, prima i 5 stelle poi la Lega e nel suo piccolo pure Berlusconi, hanno imparato come fare a usare il marketing per la politica. Il problema, e’ che mentre gli americani sono abituati da anni al marketing giorno dopo giorno in qualsiasi aspetto della loro vita, in italia dove siamo stati molto più tardivi nelle pratiche digitali (quali SEO, online marketing, blog e quant’altro) ci siamo ritrovati a che fare con cose arcane come le fake news e gli articoli clickbait. Mischia il tutto con la classica politica da bar che sembra che gli italiani propio non riescano ad abbandonare ed eccoci qua nel caos della politica degli ultimi 4-8 anni, se non 10 o 20.”
Cosa manca ai giovani italiani per essere competitivi ed avere i tuoi stessi stimoli?
“Secondo me una cosa che manca molto in Italia è la conoscenza di quello che c’è nel mondo. È vero, si sta bene, ma a causa di ciò ho visto molti miei amici e conoscenti ora essere depressi e lamentarsi di continuo del loro lavoro, del capo, della famiglia, del giro di conoscenze e della loro vita in generale, poiché in questo paese mancano gli stimoli e in certi casi le possibilità di realizzarci. Quando ero ai primi anni di università con chiunque parlassi sembrava avessero tutti le idee chiarissime sul loro futuro, sembrava tutti sapessero come sarebbe andata e come sarebbero state le loro vite, ma purtroppo non è stato così. Colpa di questo è sicuramente il modo in cui siamo stati cresciuti da genitori professori e politici che vivevano in un mondo che al tempo aveva senso, ma che con gli anni è cambiato e continua a cambiare a velocità sempre maggiore. Cosa c’è di diverso tra me i miei coetanei? Che io un giorno ho detto basta, mi sono rotto di fare cose che non mi piacciono e che qualcun altro mi aveva detto che funzionavano, ho deciso di andare all’estero e prendere in mano il mio futuro e metterci tutto me stesso per realizzare il mio sogno. Ovviamente la strada è ancora lunga ma almeno sono felice. Per avere successo nel mondo devi conoscerlo, per conoscerlo non puoi certamente stare a casa, su Facebook o a guardare la TV, soprattutto se abiti in città piccole come Bologna (da dove vengo io) non avrai la possibilità di conoscere e di venire influenzato da molte cose e a causa di ciò avrai meno possibilità di successo o anche solo di realizzarti. L’ultimo consiglio che mi sento di dare è questo: smettetela di inventare scuse per non uscire dalla comfort zone, 3 /6 mesi all’estero non ti cambiano la vita a casa ma potrebbero cambiare invece drasticamente la tua vita futura.”
Ci fai un saluto in lingua thai?
“สวัสดีทุกค “Sawasdee tukon” (Ciao a tutti).”