Writers in azione a Milano. Nella notte tra sabato e domenica il centro di Milano è stato preso di mira dai writers, sotto gli occhi increduli dei cittadini. Le zone più colpite sono state quelle nei dintorni dell’Arco della Pace e di piazzale Leonardo da Vinci. L’ Arco della Pace è stato imbrattato da “tag” e scritte di ogni genere; già a maggio del 2017 quattro studentesse di 15 anni erano state bloccate dalla polizia (e denunciate) mentre cercavano di lasciare i loro nomi sul monumento di piazza Sempione. Nei dintorni di piazzale Leonardo da Vinci invece sono apparsi murales e scritte, soprattutto nella zona adiacente del parco: spicca la scritta “Fuck the police” in rosa su una panchina. Un vero e proprio raid è avvenuto alla scuola elementare Leonardo da Vinci, a Città Studi, ristrutturata da poco, dove i writers si sono sbizzarriti, colorando la facciata principale di verde, viola e nero, con tag e disegni di qualsiasi tipo.
Franco Spirito, presidente dell’associazione ProArcoSempione, ha raccontato quanto accaduto la scorsa notte, quando ha avvistato i writers direttamente dal balcone di casa sua: «Un’altra notte di “mala movida”. Da casa ho avvistato alcuni ragazzi in mezzo alla strada che rallentavano le corse dei tram fino a farli fermare. Qualcuno si è messo persino a tirare manate ai vetri. E al mattino sono apparsi i risultati di un’altra bravata: uno dei caselli accanto all’Arco della Pace è stato imbrattato da vandali. Siamo stanchi di questa situazione – ha continuato Spirito –. Mercoledì incontreremo il prefetto, al quale abbiamo scritto chiedendo una soluzione dopo aver raccolto 500 firme».
I vandali hanno agito in zone dove sono concentrati molti locali notturni, bar e discoteche; è facile immaginare che i writers abbiano agito in seguito ai fiumi di alcool della movida milanese.
Fabiola Minoletti, rappresentante del comitato Abruzzi-Piccinni ed esperta di graffitismo vandalico e vicepresidente del coordinamento dei comitati milanesi ha dichiarato: «Questi imbrattamenti ci colpiscono profondamente in quanto cittadini perché riguardano monumenti e luoghi pubblici che sono addirittura ancora in fase di ristrutturazione. È un vero e atto di inciviltà».