Spunta una relazione segreta sul caso di Stefano Cucchi. Il documento è datato 30 ottobre 2009 ed è precedente all’autopsia chiesta dalla procura dopo la morte del ragazzo. La morte del giovane avvenne a Roma il 22 ottobre 2009 mentre era sottoposto a custodia cautelare. Le cause della morte e le responsabilità sono ancora al centro di procedimenti giudiziari che hanno coinvolto agenti di polizia penitenziaria, i medici del carcere di Regina Coeli e alcuni carabinieri.
La notizia della relazione segreta è stata data dal pm, Giovanni Musarò che, durante l’udienza dei 5 carabinieri imputati, ha chiesto che vengano revocate dal processo attuale le testimonianze dei vecchi periti. Nel documento preliminare si sottolineava che «la lesività delle ferite allo stato non consentiva di accertare con esattezza le cause della morte». La relazione era stata firmata dal medico legale Dino Tancredi e si sottolineava come servissero ulteriori approfondimenti per definire con certezza le cause della morte di Cucchi. Il magistrato sottolinea infatti che «nei verbali dei militari, invece, già si sosteneva che non c’era nesso di causalità. Se nel 2009 non si conoscevano le cause della morte com’è possibile che i carabinieri nei loro documenti già lo sapessero?», rileva Musarò.
Il medico legale, sentito il 6 marzo come persona informata sui fatti nell’ambito dell’inchiesta sui depistaggi, ha dichiarato di non sapere «per quale ragione la predetta relazione preliminare non fu messa a disposizione delle altre parti fin dall’inizio delle operazioni». L’inchiesta bis, al momento, si concentra sulla prima consulenza chiesta dalla procura subito dopo la morte che, secondo quanto riferito dal pm Musarò, fu anticipata ai vertici dei carabinieri con una relazione preliminare non ufficiale. In atti ufficiali del comando del gruppo dei carabinieri di Roma, «erano anticipate le conclusioni di consulenti che il pm non aveva ancora nominato – evidenzia Musarò – con riferimenti e risultati parziali dell’autopsia». «La relazione di cui parla l’Arma in documenti riservati del 2009, era talmente segreta da essere negata anche alle parti», aggiunge Musarò.