Durante lo Human Rights Council dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, tenutosi a Ginevra e riguardante il delicato tema delle conseguenze climatiche e delle biodiversità, l’esperto Onu per i diritti umani e l’ambiente David R. Boyd ha tratteggiato un quadro generale che fa molto riflettere.
«Gli esseri umani stanno causando la sesta estinzione di massa» ha detto, aggiungendo poi che «ogni 5 secondi una vita umana finisce prematuramente a causa dell’inquinamento, si tratta di circa 800 morti all’ora».
Secondo l’esperto infatti i livelli di anidride carbonica nell’atmosfera hanno ora raggiunto più di 400 parti per milione, il livello più alto in 650mila anni. Questo, secondo lui, causa cambiamenti climatici pericolosi e imprevedibili.
«Il 90% della popolazione mondiale è esposta all’inquinamento atmosferico – sostiene Boyd – che ogni anno causa in tutto il mondo 7 milioni di morti premature, compresi 600mila bambini di età pari o inferiore a cinque anni. Sono più dei morti causati da guerra, omicidi, tubercolosi, Hiv, Aids e malaria messi insieme».
È anche perciò un problema di diritti umani: «L’inquinamento causa malattie respiratorie, asma, cancro ai polmoni, problemi alla nascita e turbe neurologiche. Inoltre – aggiunge – questi rischi non sono distribuiti equamente. Le persone più vulnerabili sono i bambini, gli anziani, le comunità autoctone o le donne che soffrono livelli di esposizione all’inquinamento più elevati. E la maggior parte dei decessi si registrano in Paesi a basso e moderato reddito. Non c’è alcun dubbio che la cattiva qualità dell’aria viola numerosi diritti fondamentali. Per esempio quello respirare aria pura».
David Boyd ha infine indicato sette misure chiave che gli Stati dovrebbero applicare per rispettare l’ambiente e garantire la salute dei cittadini: «Devono sorvegliare la qualità dell’aria, identificare le cause dell’inquinamento, informare gli abitanti e coinvolgerli nei processi decisionali sul tema, promulgare norme che determinino limiti chiari contro l’inquinamento atmosferico, elaborare piani di azione contro questo grave pericolo e prevedere fondi adeguati per l’applicazione di questi piani antinquinamento e infine valutare i progressi in questo campo».