Alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Rettore Gianni Canova ha dato ufficialmente il via all’anno accademico 2019/2020 della Iulm. Durante la cerimonia è stato inoltre conferito il diploma ad honorem del Master in Arti del Racconto al Professor Roberto Vecchioni.
L’evento è stato aperto dal Presidente del Consiglio d’amministrazione, il Professor Giovanni Puglisi, che si è voluto soffermare sull’importanza della lingua e dei linguaggi all’interno di un ateneo che si occupa di comunicazione: «L’obiettivo che ci siamo prefissati è quello di mettere a confronto la lingua italiana con le lingue del mondo, intersecandola con i linguaggi della globalizzazione, dell’arte e del cinema».
Il Rettore Gianni Canova ha invece iniziato il suo intervento mostrando un estratto di “Metamorfosi”, un docu-film in realizzazione da parte di alcuni studenti Iulm, che racconta il caos di Scampia attraverso una fiaba tradotta in napoletano arcaico. «Abbiamo in mente un’Università che metta in movimento gli studenti, che fornisca conoscenze innovative e non obsolete. I lavori più ricercati del 2010 nel 2008 non esistevano» ha ribadito il Rettore. Gianni Canova si è poi soffermato sul clima culturale italiano: «L’unica e vera emergenza che c’è in Italia è la mancanza di democrazia culturale, dovuta dal basso tasso di laureati e dall’analfabetismo di ritorno. Senza cultura non esistono libertà». Il Rettore ha quindi voluto concludere il suo intervento con un detto di Confucio: «Se pensi in termini di anni, pianta il riso. Se pensi in termini di decenni, pianta alberi. Se pensi in termini di centinaia d’anni, insegna alla gente».
A queste parole si è ricollegato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Io non pretendo che il nostro Paese ragioni in termini di secoli, sarei soddisfatto se si ragionasse per decenni». Il Capo dello Stato si è poi complimentato con Roberto Vecchioni, lodando l’amore per la cultura che il cantautore ha dimostrato e continua a dimostrare: «L’amore per la cultura equivale all’amore per se stessi e per la comunità. L’amore per la cultura deve essere il motore del nostro futuro».
Fulcro della cerimonia è stato il riconoscimento del diploma ad honorem del Master in Arti del Racconto a Roberto Vecchioni, che ha stregato tutti, prima attraverso la narrazione di due storie riguardanti l’amore per la conoscenza, e poi cantando l’Infinito. «La cultura dà senso alla vita, e l’amore per essa è la molla che anima le nostre giornate. Io scrivo e canto per queste ragioni, e per merito di ciò sono felice».