Pokémon, i mostriciattoli che hanno catturato il mondo

Il 27 febbraio 1996, in Giappone, debuttano sul mercato due cartucce di gioco per il Game Boy destinate a rivoluzionare la storia videoludica – e non solo: Pokémon Rosso e Pokémon Verde.

Oggi, 23 anni dopo, quello targato Pokémon è un vero e proprio impero commerciale: il fatturato da 90 miliardi di dollari lo pone al primo posto assoluto nella classifica dei media franchise più redditizi al mondo, davanti a colossi della cultura popolare come Star Wars (65 miliardi) e Marvel (28 miliardi).

In ambito videoludico, solo la celebre saga di Mario ha venduto più copie della serie originale Pokémon, che detiene però anche altri primati. Quest’ultima è infatti top-seller mondiale nei giocattoli, nelle carte collezionabili e vanta persino l’adattamento a serie TV animata di maggior successo di tutti i tempi.

Ma come nasce e come si sviluppa il fenomeno della “pokémania”?

 

LE ORIGINI DEL MITO
Pokémon, i mostriciattoli che hanno catturato il mondo - MasterX
Non tutti sanno che il primo Pokémon ad essere disegnato fu Rhydon, che non è certo tra i mostri più iconici. Nella foto, i primi concept del futuro numero 112 del Pokédex.

Il marchio è gestito da The Pokémon Company, un consorzio nipponico tra la multinazionale Nintendo e le sviluppatrici Creatures e Game Freak. È proprio al fondatore e CEO di quest’ultima, Satoshi Tajiri, che dobbiamo l’invenzione dei Pokémon, il cui nome deriva dalla contrazione di “Pocket Monsters”, per l’appunto “Mostri Tascabili”.

All’origine dell’universo Pokémon si cela un hobby molto in voga nel Sol Levante, che lo stesso Tajiri amava praticare da piccolo: il collezionismo di insetti. Non è quindi un caso che proprio il tema della collezione – insieme alla lotta e all’allenamento – sia tra i pilastri fondanti della serie.

Tajiri inizia a immaginare il mondo dei Pokémon già nel 1989, quando è ancora un giovane sviluppatore e il Game Boy è appena stato messo in commercio dalla Nintendo: rimane affascinato dalla possibilità di connettere due console tramite cavo per condividere l’esperienza di gioco.

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Un giovane Satoshi Tajiri immagina il concetto che costituirà la base dei giochi Pokémon. Illustrazione realizzata dal Team Kotor per la video-story sull’invenzione del videogame.

È in quel momento che riemergono i ricordi del passatempo preferito della sua infanzia e un’immagine si delinea nella sua mente: due giocatori che si scambiano insetti da un Game Boy all’altro, lasciandoli correre sopra al cavo che collega i dispositivi.

Il resto è storia: sette anni dopo, Pokémon Rosso e Verde – quest’ultimo sostituito dalla versione Blu nel rilascio internazionale – debuttano sul mercato, forti dei primi 151 mostriciattoli digitali disegnati dalla penna di Ken Sugimori. Da Bulbasaur a Mewtwo, passando per le popolarissime mascotte Pikachu e Charizard.

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Un artwork raffigurante i 151 Pokémon originali. La “prima generazione” fu realizzata interamente da Ken Sugimori e include tuttora alcuni dei mostriciattoli preferiti dai fans.

Ad oggi il numero ufficiale dei mostri collezionabili confermati fino alla settima generazione è salito a 809: «catturarli tutti», come recita lo slogan del franchise, è un’impresa a dir poco titanica. Ma il grande successo dei Pokèmon non si cela solo nella periodica espansione del Pokédex, l’enciclopedia digitale che li cataloga uno ad uno.

La vera forza del brand è stata il suo sapersi reinventare costantemente con il trascorrere del tempo, senza mai stravolgere la struttura di gioco adottata fin dai primissimi titoli. Pokémon, insomma, ha saputo rinnovare ogni volta nei suoi giocatori il senso di scoperta e meraviglia.

Lo stesso che oltre quarant’anni fa animava quel bambino giapponese che amava osservare gli insetti.

 

UN MONDO IN CONTINUA EVOLUZIONE
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1996-2012: l’evoluzione della sprite del protagonista attraverso le prime 5 generazioni (presenti nella foto anche i remake di 1a e 2a gen). Nel 2013, Pokémon darà una svolta decisiva alla serie con il passaggio al 3D.

L’evoluzione è un’altra tra le meccaniche chiave dell’universo Pokémon. I mostriciattoli collezionabili, acquistando punti esperienza con la lotta o grazie a particolari condizioni, possono infatti trasformarsi, accedendo a nuove forme più potenti.

The Pokémon Company ha applicato questo concetto di evoluzione non solo alle creature protagoniste della serie, ma anche a ciascun prodotto legato al brand, dai videogame al merchandise.

La fanbase è solita suddividere i titoli della saga principale in “generazioni”. Ogni avventura si svolge in una precisa regione dell’immaginario mondo Pokémon e il salto generazionale è segnato proprio dall’approdo in una nuova zona, che si accompagna all’introduzione di creature mai viste prima.

Al momento Pokémon conta sette generazioni: la prima di esse coincide proprio con i titoli Rosso e Verde/Blu, che si svolgono nella regione di Kanto e hanno come protagonisti i 151 mostri originali.

Proprio oggi, con un trailer sul canale Youtube ufficiale, sono stati rivelati i prossimi due titoli in uscita a novembre 2019: Pokémon Sword e Pokémon Shield, che a quanto si evince dalle prime immagini si svolgeranno in una nuova regione basata sull’Inghilterra.

Niente di meglio che il 27 febbraio, ovvero il Pokémon Day, per annunciare l’attesissima ottava generazione.

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Sobble, Scorbunny e Grookey. Sono i primi 3 mostri di 8a generazione, rivelati proprio oggi nel trailer sui prossimi titoli: Pokémon Sword e Pokémon Shield, che debutteranno a novembre su Nintendo Switch.

L’universo Pokémon si è evoluto di pari passo ad ogni nuova generazione: da un lato aggiungendo meccaniche di gameplay che hanno contribuito a rendere il videogioco sempre più strategico; dall’altro grazie alle innovazioni tecnologiche che lo hanno rinnovato sotto l’aspetto grafico e della connettività.

Dal 1996 Pokémon si è trasformato completamente. Rosso e Verde erano caratterizzati da una visuale bidimensionale, una grafica monocromatica e meccaniche essenziali. I titoli più recenti sono invece esperienze di gioco totalmente in linea con la moderna industria videoludica.

Ricordate il cavo che tanto affascinava il giovane Tajiri? Oggi è stato completamente soppiantato dalle potenzialità del web: ai giocatori basta un accesso wi-fi per connettere le console al Pokémon Global Link e scambiare o lottare con allenatori che si trovano dalla parte opposta del mondo.

 

LA CATTURA DI UNA FANBASE GLOBALE
Pokémon, i mostriciattoli che hanno catturato il mondo
Un fotogramma del trailer di Pokémon: Detective Pikachu. Il film uscirà il 10 maggio e sarà il primo live-action del franchise, in cui i mostriciattoli saranno affiancati da attori reali.

The Pokémon Company ha sempre coltivato con cura la sua base di giocatori, anche con titoli che esulano dalla saga principale: i fans più nostalgici hanno potuto apprezzare i molti remake rilasciati nel corso degli anni, ma numerosi sono anche gli spin-off che hanno mirato ad attirare un nuovo pubblico.

Uno degli esperimenti più iconici in questo senso è quello di Pokémon Go: il gioco per dispositivi mobile sviluppato in collaborazione con la Niantic, basato su un sistema di realtà aumentata geolocalizzata con GPS.

Pokémon Go, lanciato gratuitamente su App Store e Google Play il 6 luglio 2016, nel giro di una settimana era già in cima alle classifiche delle applicazioni più scaricate: a fine anno vantava più di 500 milioni di download in tutto il mondo.

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Nell’estate del 2016, orde di pokéallenatori armati di smartphone popolano le strade di tutto il mondo: giocano tutti a Pokémon Go, la nuova app lanciata sul mercato digitale.

L’app, che a maggio 2018 contava ancora oltre 147 milioni di utenti attivi, fu una mossa di marketing straordinaria, in grado di ravvivare il franchise: basti pensare che Sole e Luna, messi in commercio quattro mesi dopo il lancio di Pokémon Go, arrivarono a vendere 10 milioni di copie già nel primo giorno sul mercato.

La popolarità dei Pokémon a livello mondiale è straordinaria proprio perché non si limita solo al medium videoludico: serie TV, film, carte collezionabili, pupazzetti, musica e fumetti sono solo alcuni dei canali attraverso cui i mostri collezionabili penetrano ogni giorno la cultura di massa.

Il 2019, ad esempio, vedrà un’altra novità assoluta: il 10 maggio arriverà sui grandi schermi Pokémon: Detective Pikachu, il primo live-action film in cui il popolarissimo topo elettrico sarà protagonista insieme ad attori in carne ed ossa.

 

IL MESSAGGIO PIÙ BELLO: L’UNIONE NELLE DIVERSITÀ
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Un bambino giapponese ed uno hawaiano giocano a Pokémon Sole e Luna nel trailer ufficiale dei due titoli: “Train On” (2016).

Viva i Pokémon!

Tosti e prorompenti,

tutti differenti!

Gotta catch’em all!

Così recitava la sigla italiana della prima stagione dell’anime Pokémon, trasmessa per la prima volta su Italia 1 il 10 gennaio del 2000.

Uno degli elementi più affascinanti del franchise sono proprio le innumerevoli differenze che esistono tra i mostriciattoli: tipologie, forme, colori, nature, abilità, punti di forza e di debolezza.

I Pokémon, nella loro storia, non sono stati esenti da controversie, di matrice religiosa, etnica o morale: quest’ultimo è il caso della PETA, che a più riprese ha accusato il brand di promuovere il maltrattamento di animali tramite le sue meccaniche di lotta e cattura.

Ma come tutti i pokéallenatori sapranno, i Pokémon hanno saputo trasmettere un grandissimo insegnamento: non vince la squadra più forte, ma quella che è in grado di esaltare le peculiarità dei singoli mostri grazie al collettivo.

In altre parole è l’unione a fare la forza e a valorizzare le differenze, per quanto profonde esse siano.

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Paul Ruiz, 29enne dell’Ecuador, ha vinto il Pokémon World Championhip nel 2018. Nella foto, emozionato mentre parla ai fans dal palco di Nashville, teatro della manifestazione.

Lo ha ricordato anche Paul Ruiz sul palco di Nashville, Tennessee, dove il 26 agosto 2018 si è laureato campione del Pokemon World Championship. Oltre al titolo nella categoria Masters e al montepremi di 10mila dollari, il 29enne ecuadoriano si è preso la soddisfazione di commuovere la platea.

Ruiz si era classificato terzo ai Mondiali del 2017, giocando con la bandiera dell’Ecuador intorno alle spalle. «L’anno scorso avevo il sogno – ha dichiarato – di entrare nella Top 8 e giocare in diretta con la bandiera del mio Paese. Quest’anno non l’ho portata con me, perché non voglio rappresentare solo l’Ecuador: la mia vittoria è per tutto il continente».

Il trionfo più grande dei Pokémon è stato proprio questo, la creazione di una comunità globale che unisce milioni di giocatori dal Giappone all’America Latina sotto un’unica bandiera: quella della passione.

I ruoli si sono invertiti: non siamo più stati noi a catturare i mostriciattoli.

Sono loro ad aver catturato i nostri cuori.

Buon Pokémon Day.

Ivan Casati

Nasco nel marketing e mi riscopro nel giornalismo, sempre con un unico, grande filo conduttore: la mia passione per lo sport. Il mio sogno è raccontarlo, con la penna e con la voce.

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