L’Isis ha riconquistato delle nuove zone nella parte meridionale della Siria.
I jihadisti erano stati respinti dall’area nei mesi scorsi grazie agli sforzi delle forze governative, ma le milizie del Califfato avrebbero dato via ad una feroce controffensiva nella zona di Suwayda. Le principali roccaforte sarebbero due, entrambe situate nel deserto stepposo a est della città: il Khirbat Husn (Rovine della Fortezza) e Magharat Namla (la Caverna della Formica).
Il contrattacco dell’Isis smentirebbe definitivamente i proclami di Mike Pence dei giorni scorsi, ripresi dallo stesso Donald Trump: il vicepresidente americano, dalla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, aveva infatti annunciato l’imminente fine del Califfato. «Mentre sono qui davanti a voi – affermava Pence – sul fiume Eufrate l’ultimo tratto di territorio dove una volta la bandiera nera dell’Isis sventolava è stato catturato».
Il Tycoon aveva immediatamente fatto eco al suo vice su Twitter, confermando la sconfitta definitiva dell’Isis e annunciando ancora una volta il ritiro delle truppe americane. Trump si era poi concentrato sui combattenti jihadisti catturati, invitando gli alleati UE a prelevarli e processarli così da scoraggiare la penetrazione dell’Isis in Europa.
….The U.S. does not want to watch as these ISIS fighters permeate Europe, which is where they are expected to go. We do so much, and spend so much – Time for others to step up and do the job that they are so capable of doing. We are pulling back after 100% Caliphate victory!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) February 17, 2019
Le forze del Califfato si erano asserragliate nei dintorni della cittadina di Baghuz, nell’area rurale situata tra l’Eufrate e il confine iracheno, dove opponevano una strenua resistenza: stando a quanto riportato da fonti curdo-siriane vicine al fronte, i militanti dello Stato Islamico stavano sfruttando i civili alla stregua di scudi umani per difendere l’ultimo fazzoletto di terra.
Nonostante Pence si fosse dichiarato confidente della loro caduta nell’arco di 24 ore, negli Stati Uniti qualcuno si era già mostrato scettico: è il caso di Joseph Votel, generale del Comando centrale delle forze armate USA (Centcom). Quest’ultimo, in un’intervista rilasciata alla CNN, aveva definito prematuro l’annuncio della morte del Califfato, schierandosi apertamente contro il rimpatrio delle truppe americane.
Anche il comandante delle Forze democratiche siriane Ciya Firat aveva invitato alla cautela nei giorni scorsi, parlando dalla base allestita nel campo petrolifero Al Omar: «L’Isis sarà presto sconfitto, ma stiamo ancora assediando alcune sacche di territorio».