Samuel Little è il serial killer più discusso del momento. Ha dichiarato di aver ucciso 93 donne dal 1970 fino al 2005 cattura e ha realizzato sedici ritratti, con cui l’FBI spera di poter aiutare famiglie e parenti a riconoscere le vittime. L’ex pugile 78enne è stato arrestato nel 2012 inizialmente con l’accusa di spaccio, il test del DNA lo ha poi collegato a tre omicidi. Secondo quanto riportato dagli agenti del Bureau, Little non si è mai sottratto a una collaborazione nelle indagini. Se gli venissero riconosciuti tutti i delitti, potrebbe diventare il serial killer più prolifico di tutti gli Stati Uniti d’America.
Purtroppo però, date le sue condizioni di salute precarie, non è facile ricostruire la cronologia dei delitti. Essendo affetto da diabete, da una malattia al cuore che lo ha costretto alla sedia a rotelle ed essendo trascorso molto tempo, l’ex pugile non è stato in grado di fornire dettagli sui luoghi e sulle identità delle vittime. Le uccisioni sono iniziate da New York ma dalle ricostruzioni pare che il killer si sia spostato in ogni stato USA. Dalle sue dichiarazioni risulta che si aggirasse all’interno dei ghetti, uccidendo tossicodipendenti e prostitute, per lo più persone che non destassero grossi sospetti o scalpore.
A capo delle indagini si trova il detective Bernie Nelson, che deciso di puntare il più possibile sulla memoria visiva del sospettato per disegnare i volti di alcune delle vittime. Di questi sedici, due hanno trovato un riscontro, uno in Arkansas e uno in Maryland. Soltanto ora si scopre la vera causa di entrambe le morti che, ai tempi delle indagini, erano state associate a uno status di overdose.
«Quando parli con lui ti accorgi che si eccita al ricordo. Ti guarda negli occhi e ammette di averlo fatto – riferisce il detective Nelson alla redazione del New York Times – Gli piace ricordare gli omicidi e raccontare come strangolava le sue vittime. È un mostro». Conferma inoltre che Samuel Little non stia sostenendo alcun processo di redenzione o sostegno psicologico.
È così fiero del suo bagaglio di uccisioni da averne dichiarate addirittura 93, anche se per il momento ne sono state accertate 53 dall’FBI. Si tratta ora di una corsa contro il tempo a causa dell’età e della malattia avanzata dell’uomo, dato che una volta morto non potrà più collaborare all’identificazione dei casi. Per questo il Bureau ha deciso di pubblicare i ritratti e di stabilire una linea diretta con la popolazione, nella speranza che qualcuno sia in grado di riconoscere le vittime.