Hakeem El Araibi è stato rilasciato e ha fatto ritorno in Australia. Il calciatore originario del Bahrain è stato accolto all’aeroporto di Melbourne da centinaia di tifosi pronti a dargli il bentornato: un vero e proprio bagno di folla per il 25enne, con tanto di telecamere presenti sul luogo.
El Araibi era stato arrestato a Bangkok il 27 novembre, dove si era recato in viaggio di nozze con la moglie: una luna di miele tramutatasi in un vero e proprio incubo, quando il calciatore è stato preso in custodia dagli agenti dell’immigrazione a seguito di una soffiata dell’Interpol.
Il giocatore gode dello status di rifugiato in Australia: era fuggito dal Bahrain nel 2014, dopo essere stato accusato di atti di vandalismo compiuti durante le proteste della Primavera Araba del 2011, per cui era stato condannato a 10 anni di carcere. Il calciatore, che attualmente milita nel Pascoe Vale, squadra semi-professionistica di Melbourne, ha sempre respinto le accuse.
Prima della partenza, il dipartimento degli Affari Interni Australiani gli aveva garantito di poter viaggiare in totale sicurezza, ma il suo status speciale non era stato segnalato. Quando il Governo Australiano si è mobilitato per rescindere il fermo, le autorità del Bahrain avevano già fatto richiesta di estradizione alla Thailandia.
Il caso ha attirato l’attenzione internazionale e una campagna per la sua liberazione si è presto diffusa, spinta da attivisti e calciatori e sostenuta anche dal premier australiano Scott Morrison e dai vertici Fifa. Alla fine, dopo quasi tre mesi di detenzione, El Araibi è stato rilasciato ed è salito su un volo per Melbourne, nonostante il ministro degli Esteri del Bahrain abbia confermato la condanna a suo carico.
Il ragazzo si è mostrato visibilmente commosso allo sbarco. «L’Australia è il mio paese – ha dichiarato in aeroporto – anche se non ho ancora la cittadinanza. Amo l’Australia. Morirò in Australia». Grande sollievo anche per la sua compagna: «Finalmente questo incubo è finito. Il mio cuore è pieno di gratitudine».
El Araibi ha confessato che, dopo questa disavventura, si guarderà dal pianificare nuovi viaggi prima di aver ottenuto la cittadinanza australiana.