Il tribunale di Milano ordina, per la quinta volta, al sindaco Giuseppe Sala di rettificare l’atto di nascita di un bambino di quattro anni nato negli Stati Uniti, in modo che anche in Italia il suo certificato di nascita riporti l’indicazione che i suoi genitori sono due padri.
«È la quinta volta che i giudici ordinano a Palazzo Marino di trascrivere certificati con due papà, ma il sindaco continua a non accogliere le richieste di trascrizione provenienti da coppie di padri, costringendoli a rivolgersi al tribunale», scrive in una nota Rete Lenford, associazione di avvocati che si batte per il pieno riconoscimento dei diritti delle persone Lgbti e delle famiglie omogenitoriali.
Una pronuncia, quella del tribunale di Milano, che prova la volontà di rompere con il passato e che riconosce la bigenitorialità – concessa finora maggiormente in Italia alle coppie di donne – anche a quelle di due uomini. Decisione che consolida inoltre l’orientamento secondo cui gli effetti della “gravidanza per altri” non sono contrari all’ordine pubblico, precisando che «l’assenza del legame genetico non può ritenersi lesivo di principi fondamentali a fronte di un quadro normativo e giurisprudenziale internazionale, comunitario ed interno che tende a valorizzare sempre meno detto legame in favore di altri aspetti della maternità/paternità correlati al consenso, alla volontarietà e all’assunzione di responsabilità genitoriale».
La presidente di Rete Lenford, Miryam Camilleri, commenta: «Nel trascrivere gli atti di nascita, il sindaco è chiamato a seguire il diritto e non un indirizzo politico della sua maggioranza». Mentre il vicepresidente Manuel Girola – avvocato dei due uomini assieme ai colleghi Giacomo Cardaci e Luca Di Gaetano – aggiunge: «Auspichiamo che il sindaco si conformi all’indicazione del tribunale, in modo da evitare alle coppie di presentare ulteriori ricorsi. Oggi i bambini che non vedono riconosciuto il rapporto genitoriale con i loro papà subiscono una forte discriminazione».