Prima Pagina sarà online da oggi. La testata di informazione farà della scrittura dei ragazzi il centro della sua struttura. L’obiettivo è quello di promuovere un utilizzo positivo del web e dei social network avvicinando i ragazzi, con un’età tra gli 11 e i 18 anni, alla scrittura affrontando temi legati alle dipendenze. L’iniziativa è promossa da CGM con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Dipartimento delle Politiche Antidroga.
Fino ad ora sono stati coinvolti 1500 ragazzi provenienti sia dalle periferie di grandi città come Milano, Firenze e Salerno che da piccoli centri come Dicomano in provincia di Firenze. Tutti loro sono diventati dei veri e propri blogger grazie ai laboratori ,organizzati nelle scuole, che hanno coinvolto 24 classi della scuola secondaria di primo grado (11-14 anni) e 8 gruppi informali, formati da ragazzi dai 15 ai 18 anni concentrati soprattutto in contesti a rischio disagio.
Saranno oltre 650 gli articoli che popoleranno le pagine del web magazine. Tutti hanno realizzato articoli, post, reportage e clip video con la supervisione degli educatori, del direttore della rivista, Michele Piastrella, e della caporedattrice, Adele Pontegobbi. La rivista online conterrà delle aree di approfondimento dando la parola agli esperti sul tema delle dipendenze e del disagio giovanile accanto ad articoli provenienti dai blog territoriali scritti dai ragazzi.
Obiettivo del progetto è rendere i ragazzi consapevoli di un uso positivo, proattivo e inclusivo del web e delle sue risorse per contrastare le dipendenze. «Crediamo che la piena realizzazione dell’identità dei minori e il contrasto alle dipendenze passino dal protagonismo dei ragazzi che in questo caso sono chiamati ad interagire con gli strumenti di informazione, attivando grazie ai laboratori strumenti di scambio specifico e di racconto delle proprie esperienze. Ci auguriamo che il sito possa diventare un riferimento per i ragazzi perché al centro ci sono proprio loro: i giovani. Vogliamo non solo mettere in guardia dai pericoli, ma dare spazio anche a notizie e testimonianze positive capaci di riempire la loro vita» – sottolinea Simona Taraschi, responsabile del progetto.