Gabriel Omar Batistuta, con le sue 344 partite giocate in Serie A con le maglie di Fiorentina, Inter e Roma, il 1 febbraio compie 50 anni.
L’ex calciatore argentino è uno dei più forti attaccanti di tutti i tempi, tanto che la Fifa lo ha incluso nella lista dei 125 migliori giocatori viventi, mentre la Roma lo ha inserito nella sua hall of fame.
La carriera di Batistuta in Italia è fenomenale. Non solo è il calciatore che ha fatto gol al maggior numero di società, ben 49, ma è anche colui che ha stabilito il record di reti in giornate consecutive nel campionato italiano: nel 1994 furono undici i gol segnati consecutivamente, primato recentemente raggiunto da Fabio Quagliarella.
Batistuta viene consacrato campione durante la sua esperienza con la Fiorentina. 322 le presenze complessive con la maglia viola, 207 i gol segnati. A Firenze Batistuta diventa ufficialmente Batigol.
È il 1991 quando l’argentino inizia a portare il giglio sul petto, ma l’amore con la tifoseria viola scocca ufficialmente il 26 febbraio 1992, grazie ad un gol di testa alla Juventus, storica rivale. Nel 1996, da capitano, il Re Leone alza al cielo la Coppa Italia e, dopo soli tre mesi, aggiunge al suo palmares anche la Supercoppa. Nella stagione 1998-1999 la Fiorentina conclude il girone d’andata al primo posto: 17 reti in 17 giornate di campionato per Batigol che, con i suoi compagni, vince tutte le partite in casa e batte il Milan a San Siro per 3-1, una tripletta siglata dalla celebre esultanza della “mitraglietta”. Nel girone di ritorno la Fiorentina si piazza al terzo posto, strappando un biglietto per l’Europa dei grandi.
La stagione 1999-2000 è l’ultima in maglia viola: il Re Leone lascia Firenze. Nonostante la promessa fatta un paio d’anni prima da Vittorio Cecchi Gori e consacrata dallo striscione “Batistuta è incedibile. Firmato, il Presidente”, nell’estate del 2000 l’argentino approda alla Roma per 70 miliardi di lire.
Nella sua prima stagione in giallorosso, Batigol non delude le aspetattive: 20 gol in campionato e scudetto cucito al petto della squadra capitolina, il terzo nella storia della Roma, il primo e unico per l’argentino. Durante Roma-Fiorentina, nel novembre del 2000, Batistuta segna negli ultimi minuti la rete che vale i tre punti per i giallorossi: nessuna esultanza, nessuna mitraglietta, il Re Leone china la testa e piange.
Ora l’ex attaccante festeggerà i suoi 50 anni a Firenze e la sua storia diventerà un docu-film dal titolo “El numero nueve”. «Ho accettato che facessero una pellicola sulla mia vita per far capire ai ninos dei posti dove ancora vivo che tutto è possibile grazie alla volontà» ha detto. «È un viaggio che è servito anche a me per comprendere come la gente di Firenze si sia arrabbiata tanto quando sono andato alla Roma. Allora feci una scelta da professionista, per raggiungere qualcosa che alla Fiorentina non avevo vinto» ha continuato. «Il tempo passa, ma non capisco perché i fiorentini mi dimostrino ogni giorno il loro affetto. Oggi ho compreso che è valsa la pena rompersi le caviglie per la maglia viola. Ora mi godo l’affetto della gente e raccolgo quello che ho seminato quando giocavo».