«Sigillare le acque territoriali italiane alle navi sgradite come quelle delle Ong»: è l’obiettivo del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, e del ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, che presto potrebbe trasformarsi in decreto legge. La normativa, secondo quanto dichiarato da Salvini, dovrebbe «risolvere definitivamente il problema con le organizzazioni non governative». Il ministro Toninelli spiega inoltre che «non pensiamo a un blocco navale, stiamo creando una norma che inibisca l’ingresso delle Ong per ordine pubblico».
Siamo al lavoro per risolvere definitivamente il problema, sigillando le acque territoriali italiane alle navi SGRADITE come quelle delle Ong.
Io ce la metto e ce la metterò sempre tutta, Amici!
(4/4 – #SeaWatch)— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 31 gennaio 2019
I tecnici dei due ministeri sono già al lavoro: per emanare una disposizione del genere è necessario renderla compatibile con le normative italiane e internazionali. La vicenda della Sea Watch 3 ha infatti dimostrato che impedire ad una nave che ha salvato in mare dei migranti di accedere in acque territoriali rischia di esporre il nostro Paese ad una serie di violazioni delle norme internazionali, tra cui la Convenzione Internazionale di Amburgo. L’accordo sulla ricerca ed il salvataggio marittimo, firmato nel 1979 ed entrato in vigore nel 1985, obbliga chiunque a salvare persone in pericolo di vita in mare e trasferirle in un luogo sicuro. Gli esperti quindi sono alla ricerca di norme che, parlando di navi in transito e non di soccorsi in mare, non siano in conflitto con il trattato.
Oltre alla Convenzione di Amburgo, i tecnici stanno analizzando anche la “Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare”, ratificato dall’Italia nel 1994, che, agli articoli 17 e 19, prevede la possibilità di bloccare l’ingresso delle navi nelle acque territoriali qualora queste rappresentassero un «pericolo per la pace, il buon ordine e la sicurezza dello Stato costiero». Se una nave viola uno di questi punti, il passaggio diventa «pregiudizievole per la sicurezza nazionale». L’articolo 19 spiega inoltre che il passaggio è considerato pregiudizievole in caso di «carico o lo scarico di materiali, valuta o persone in violazione delle leggi e dei regolamenti doganali, fiscali, sanitari o di immigrazione vigenti nello Stato costiero».
Per far rispettare la normativa, i tecnici stanno pensando di far schierare dei pattugliatori che blocchino le navi “fuori legge” nel Mediterraneo. Se un’imbarcazione infatti dovesse sfuggire ai controlli ed entrare in acque italiane, le motovedette della Guardia Costiera le porteranno fuori dai confini. In questo modo il Governo potrà centrare il suo obiettivo: quello di disincentivare l’arrivo di imbarcazioni Ong.