Migliaia di cittadini sono scesi in piazza con delle fiaccole per ricordare Pawel Adamowicz, il sindaco di Danzica ucciso con una coltellata mentre era sul palco di una manifestazione di beneficenza. L’ assassino, un ventisettenne con presunti disturbi mentali, voleva farsi giustizia per essere stato in carcere durante il governo di Piattaforma Civica, il partito della vittima. Adamowicz è morto lasciando moglie e due figlie, di 9 e 15 anni. La Polonia si interroga oggi sull’identità di quest’uomo che ha scosso l’animo del suo popolo.
Tra i sindaci più longevi della Polonia, Adamowicz guidava Danzica da oltre vent’anni ed era stato eletto primo cittadino per quattro volte consecutive. Il primo mandato scattò nel 1998, e da allora si era guadagnato la stima degli abitanti della città portuale. Nelle ultime elezioni amministrative, celebrate a novembre del 2018, Adamowicz aveva vinto con il 64% dei voti. La sua Danzica, insieme a Cracovia, Varsavia, Wroclaw e Lodz, aveva istituito una politica più liberale e riformista.
I suoi pensieri europeisti e in difesa dei diritti dei migranti e della comunità Lgbt sostenevano una politica progressista, lontana da quelli che sono i principi conservatori del primo partito nazionale, il Pis (Diritto e Giustizia). In uno stato sovranista e fortemente cattolico, Adamowicz rappresentava il volto nuovo della Polonia. Un Paese pronto al cambiamento e al dialogo per garantire la libertà dei suoi cittadini. Da qui, il suo appoggio a Piattaforma Civica, il partito politico di centro destra con una forte vocazione europeista che ha guidato la Polonia dal 2007 al 2015.
«Era un uomo aperto all’immigrazione che voleva accogliere le famiglie provenienti dal Kazakistan – dichiara una fonte a MasterX. Voleva prendersi cura di loro nella sua città». Adamowicz aveva aperto le porte cittadine ai nuovi arrivati, entrando in forte contrasto con il governo del primo ministro Mateusz Morawiecki. «Danzica è un porto e credo debba sempre essere un rifugio per chi arriva dal mare», aveva dichiarato il primo cittadino nel 2016 a The Guardian. Lo stesso anno aveva riferito a Politico: «Sento che la mia città ha la missione di spiegare ai polacchi che dobbiamo essere aperti ai rifugiati». Un pensiero controcorrente rispetto alle idee di Diritto e Giustizia. Il suo modello di integrazione degli immigrati è stato premiato con il riconoscimento “The Innovation in Politics Award 2018”, della categoria ‘diritti umani’.
Davanti a un paese sempre meno democratico, Adamowicz aveva sostenuto lo Stato di Diritto contro le leggi con cui il Pis tentò di centralizzare il potere al governo e indebolire l’indipendenza dei mezzi di comunicazione e dei giudici della Corte Suprema. Non solo, il primo cittadino aveva militato in Solidarnosc, l’organizzazione sindacale guidata dall’attivista e premio Nobel per la pace Lech Walesa che pose fine al regime del partito comunista nel 1989.