La Germania nel 2018 ha registrato la crescita economica più debole degli ultimi cinque anni. Secondo le rilevazioni del Federal Statistical Office, il Pil tedesco è cresciuto dell’1,5%, in linea con le attese degli analisti, ma in deciso rallentamento rispetto al +2,2% messo a segno nel 2016 e nel 2017 e soprattutto meno di quanto era previsto un anno fa, quando la Germania si aspettava un aumento sopra il 2% anche nel 2018.
I dati rilasciati nel mese di novembre hanno confermato le difficoltà incontrate dall’economia tedesca nell’intero terzo trimestre. In quell’occasione il Pil è addirittura diminuito dello 0,2%: si è trattato della prima reale battuta d’arresto dell’economia tedesca, cresciuta senza sosta dopo il primo trimestre del 2015.
Nota positiva il record per il surplus di bilancio 2018: 1,7% del Pil pari a 59,2 miliardi. Questo risultato è considerato una sorta di “cuscinetto protettivo” per difendersi dal rallentamento economico. Come preannunciato dal ministro delle Finanze Olaf Scholz, questo surplus di bilancio nel 2018 dovrebbe essere accompagnato da un calo del debito/Pil sotto la soglia del 60%.
La crescita del Pil nel 2018, seppur debole, ha generato anche il record dell’occupazione: nello scorso anno si è toccata la quota senza precedenti di 44,8 milioni di occupati, con un aumento di 562mila unità sull’anno. Secondo le rilevazioni di Destatis, il Pil tedesco è aumentato principalmente grazie ai consumi e alla domanda interna, mentre le esportazioni sono rallentate rispetto agli scorsi anni anche a causa del clima di incertezza causato dalla politica protezionistica del presidente statunitense Donald Trump e dalla guerra dei dazi.
Guardando al 2019, le incertezze sulla Brexit e sul protezionismo statunitense continuano a pesare negativamente sulla fiducia e, di conseguenza, su investimenti, crescita e consumi, ma le previsioni per l’anno in corso parlano comunque di una crescita del 1,5%.