Spacciavano cocaina e marijuana, anche se avevano 14 anni. È questo il dato più inquietante che emerge dai dettagli dell’operazione Stella cadente, il blitz che è scattato all’alba dell’11 gennaio nel quartiere di San Cristoforo di Catania e che ha portato all’applicazione delle misure cautelari nei confronti di 37 persone. Tre minorenni sono stati portati all’istituto penale minorile di Bicocca, 27 persone sono finite in carcere, tre agli arresti domiciliari e quattro hanno l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. L’enorme squadra operativa su una piazza di spaccio capace di fruttare fino a 11mila euro al giorno, tutti finiti dritti nelle tasche del gruppo dei Nizza della famiglia Santapaola – Ercolano, la cui guida è attualmente Andrea Nizza, arrestato a gennaio 2017 dopo una lunga latitanza. La manovalanza di «un’attività delinquenziale di stampo imprenditoriale» – l’ha definita il magistrato Caterina Ajello, del tribunale per i Minori.
Lo schema, anche stavolta, è una fotografia esatta di quelle già scattate da altre operazioni antidroga: giovanissime staffette per lo spaccio si danno il cambio in turni del mattino, del pomeriggio e della sera. «Quartieri come Librino – dice Ajello – mettono a disposizione una manodopera sterminata». Tant’è che dopo ogni blitz le attività continuano come se niente fosse stato: «C’è stato subito un ricambio e non possiamo ignorare la genesi del crimine: ci muoviamo in una realtà sociale fatta di evasione scolastica e sacche di povertà. I ragazzi crescono con il convincimento che, tutto sommato, spacciare sia normale: un lavoro come un altro, forse l’unico». E sicuramente è un impiego piuttosto redditizio, almeno per chi scala le gerarchie. «La criminalità organizzata monopolizza qualsiasi attività sociale», commenta il procuratore capo Carmelo Zuccaro. «In questi quartieri l’attività giudiziaria non è sufficiente, noi chiediamo prevenzione – conclude – Il prefetto mi ha assicurato che i controlli saranno intensificati, ma temo che si ritorni allo stesso punto».