Sono momenti di particolare tensione per la situazione in Siria, dopo che qualche settimana fa la notizia di un ritiro USA aveva scatenato le preoccupazioni dei guerriglieri curdi del Pyd/Ypg, che si sarebbero ritrovati da soli nella lotta contro l’ISIS nell’area. In questo senso la posizione della Turchia è fondamentale perché questa ha un pessimo rapporto coi miliziani curdi mentre è parte della NATO.
Erdogan al New York Times
Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha rilasciato un’intervista al New York Times, dove ha parlato della scelta del presidente Trump di abbandonare il campo in Siria ritenendola “la giusta decisione”. Tuttavia questo ritiro deve essere pianificato con cura, per proteggere gli interessi USA, della comunità internazionale e del popolo siriano, come ha ricordato il presidente turco. Erdogan ha poi sottolineato che Ankara ha il secondo esercito della Nato per effettivi ed è l’unico paese che può attuare il compito di stabilizzare l’area, avendo un canale di dialogo aperto anche con la Russia.
L’obbiettivo di Erdogan è di creare una forza di stabilizzazione con combattenti provenienti da tutta la società siriana, curdi compresi, sempre che non abbiano legami con organizzazioni terroristiche come il Pyd/Ypg, la branca siriana del Pkk, il partito nazionalista curdo operante in Turchia dal 1978, che per le autorità di Ankara è un’organizzazione terroristica.
Erdogan non incontra Bolton
Anche se Erdogan ha riconosciuto come per molti giovani siriani trovatisi dentro il conflitto unirsi a un’organizzazione come il Pyd/Ypg era l’unica opportunità per opporsi all’ISIS, allo stesso tempo ha rifiutato di incontrare John Bolton, consigliere per la sicurezza nazionale USA oggi in Turchia per formalizzare le richieste USA di protezione per le milizie del Pyd/Ypg dopo che gli americani avranno abbandonato l’area. Le milizie infatti avevano il supporto logistico degli USA e hanno combattuto a lungo contro lo stato islamico.