A cinquecento anni esatti dalla morte di Leonardo Da Vinci, è stata scoperta una copia del celebre affresco “L’Ultima Cena”. Il ritrovo è avvenuto nel refettorio del convento dei Cappuccini, a Saracena (Cosenza), luogo da anni abbandonato e ormai degradato. Motivo, questo, per cui assieme all’opera non è stato trovato alcun indizio, né sull’autore dell’opera, né su una papabile datazione, anche perché la tela si trova in pessime condizioni.
A rendere nota la notizia sono state le associazioni Mistery Hunters e Mistyca Calabria che su Facebook hanno dichiarato: «il convento fu fondato nel 1588 e acquisì particolare importanza nei secoli XVII e XVIII, diventando sede del noviziato e luogo di studi (vi trascorse un anno il Beato Angelo d’Acri). Tra alti e bassi chiuse definitivamente nel 1915. Durante la grande Guerra, tra il 1917 e il 1918 fu usato come carcere».
Non è però la prima volta che viene scoperta una copia dell’Ultima Cena: ne esistono numerose. Tra queste quella a grandezza naturale del Giampietrino che, dalla sua sistemazione originale della Certosa di Pavia, si trova oggi al Magdalen College di Oxford. Non solo, un’altra copia attribuita a Marco d’Oggiono e dipinta ad olio su tela, è esposta al Museo del Rinascimento del Castello di Ecouen, di proprietà del Louvre.
Ma il Cenacolo originale è stato realizzato da Leonardo, tra il 1494 e il 1498, nel convento di Santa Maria delle Grazie e commissionato dal Duca di Milano Ludovico Sforza. Leonardo da Vinci dipinse l’opera basandosi sul versetto 13, 21 del Vangelo di Giovanni, in cui Cristo annuncia il tradimento di uno degli apostoli, provocando lo sgomento: “Dette queste cose, Gesù si commosse profondamente e dichiarò: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: «Di’, chi è colui a cui si riferisce?». Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose allora Gesù: «È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò». E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone”.