Pil pro capite, Italia divisa. Maglia nera per il Sud

Pil, Italia divisa. Maglia nera per il Sud - MasterX

I dati sui conti economici territoriali relativi all’anno 2017 dell’Istat mostrano l’immagine di un’Italia a due velocità. Dal rapporto emerge che il Pil pro capite del Mezzogiorno è di 18500 euro, inferiore del 45% rispetto a quello del Nord-Ovest. La differenza tra Nord e Sud è in crescita rispetto al 2016 quando si aggirava intorno al 44,1%. Secondo l’Istat, la crescita del Nord-Ovest nel 2017 è trainata dalla Lombardia che fa registrare un +2,7%; al Nord-Est invece troviamo la Provincia Autonoma di Trento con un +2,6% seguita dal Veneto con un +2,3%. 

Nel Mezzogiorno sono Campania, Abruzzo e Calabria a far registrare i risultati migliori, con una crescita rispettivamente dell’1,6% per le prime due e del +1,1% per la Calabria. Maglia nera per il Molise che perde lo 0,4%. Per il Centro Italia, a causa degli eventi sismici, il Pil per abitante delle Marche subisce una lieve flessione dello 0,2% mentre non varia quello dell’Umbria. La graduatoria delle regioni per livello di reddito disponibile pro capite premia Bolzano con 25000 mila euro e vede all’ultimo posto la Calabria con 12700 euro.

L’Istituto di Statistica ha fornito dei dati a livello settoriale. Nel Nord-Ovest vi è un ridimensionamento dell’agricoltura rispetto al 2016 che registra un -3,7%. L’industria e i servizi finanziari, invece, crescono del 3,7% e del 2,2%. Anche per il Nord-Est abbiamo una flessione nel settore primario del 5,9% mentre industria e commercio crescono notevolmente. E’ nel Centro Italia che l’agricoltura subisce una contrazione maggiore perdendo l’8,4%.

Importanti anche i dati relativi all’economia sommersa. Le attività riconducibili a quest’area si attestano al 13,8% del valore aggiunto totale. Nel Mezzogiorno il dato tocca il 19% del valore aggiunto, davanti al Centro (14,2%); in coda il Nord Est (11,9%) e il Nord-ovest (11,4%). In Calabria l’economia sommersa fa registrare un 20,9% del valore aggiunto complessivo mentre il dato più basso si registra nella Provincia autonoma di Bolzano (10,4%).

(i.q.)

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