Andava al lavoro, timbrava il cartellino e usciva. Sembra la storia di uno dei tanti “furbetti” che ingannano il sistema lavorativo, ma per il tribunale di Venezia quella di Ruggero Orlando non era una truffa, bensì una protesta.
È stato infatti assolto il 65enne di Portogruaro, addetto al servizio accoglienza del museo Concordiense, che per 14 giorni, tra l’agosto e il novembre del 2006, non ha lavorato una sola ora.
L’uomo aveva apposto pezzi di nastro adesivo sul cartellino in modo tale da alterare le timbrature, dopodiché ogni mattina si recava sul posto di lavoro, timbrava e poi si allontanava. Alla fine del turno tornava sul luogo e timbrava l’uscita.
Il tribunale, esattamente un anno fa, alla luce di questi fatti ha condannato l’uomo a sette mesi di reclusione e al pagamento di 350 euro di multa per essersi assentato dall’ufficio negli orari di lavoro senza autorizzazione. La Corte d’Appello di Venezia ha però ribaltato la sentenza: Ruggero Orlando è stato assolto.
All’epoca dei fatti, l’uomo, furibondo per essere stato demansionato dal ruolo di vigilante, aveva manifestato la sua intenzione di recarsi al lavoro solo per timbrare. È questo il motivo che ha spinto il procuratore generale a chiedere l’assoluzione. La missiva, infatti, indirizzata alla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, recava una data precedente rispetto alle assenze.
Per i giudici, dunque, la truffa non sussiste dal momento che il dipendente del museo aveva preannunciato con largo anticipo la propria volontà d’azione, motivandola come una forma di protesta. I suoi superiori, pertanto, avrebbero potuto organizzarsi considerando Ruggero Orlando come in ferie.
Nonostante l’uomo abbia danneggiato l’ente datore di lavoro, la questione non è considerata di rilievo penale. Non una truffa, dunque, dal momento che la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto era stata avvisata, ma una protesta. Una sorta di sciopero che porterà il protagonista di questa curiosa vicenda ad essere valutato, al massimo, sotto il profilo disciplinare.
(m.s.)